La cittadinanza al confine dell'Italia unita. L'emigrazione veneta e romana (1860-1870)

L'articolo ricostruisce l'attività delle Commissioni per l'emigrazione italiana istituite in diversi capoluoghi italiani al fine di garantire assistenza e supporto ai cosiddetti ‘emigrati veneti e romani’. Questi ultimi, accolti sulla base di riconosciuti contributi alla causa nazionale o di solidarietà politica, tesero tuttavia a trasformarsi, sovente loro malgrado, in una massa di individui privi di occupazione e al tempo stesso di qualsivoglia sussidio, e perciò potenzialmente pericolosi per i contesti urbani in cui andavano a inserirsi. Per questo ben presto alla cittadinanza politica si chiese di arretrare a fronte della tutela dell’ordine pubblico, determinando un restringimento di fatto degli orizzonti di cittadinanza politica prospettati a coloro che condividevano idee e progetti del movimento di unificazione.