Il termine natura eccede la sostanza del nostro corpo e quel puro spazio in cui sbocciano i fiori. La nostra immediata esperienza dei fiori e del corpo, come ci fa intendere Rilke, è mediata da una determinata visione del mondo. Pertanto, la natura la possiamo intendere come un sofisticato artefatto dell’immaginario sociale che ha il potere di non apparire tale. Per disvelare il carattere artificiale del naturale è sufficiente richiamare all’attenzione la complessità dei significati veicolati, ad esempio, dalle cosmogonie mitico-religiose, dalle dottrine politiche giusnaturalistiche, dai paradigmi delle scienze naturali, dalle rappresentazioni estetiche dei paesaggi, dalle tecnologie del corpo, dai significati che orientano l’agire economico, ecc. Ciascuno di questi immaginari della natura trova la sua comune funzione primaria nell’architettare, pur se attraverso visioni tra loro irriducibili, un luogo simbolico in cui processi vitali e sociali entrano in azione reciproca creando senso sociale. È da questo senso che – analogamente a quanto accade per i fiori – sbocciano inesauribilmente i mondi storico-sociali; anche la realtà sociale, dunque, è a sua volta costruita da una certa visione del naturale – per dirla nei termini di Peter Berger e Thomas Luckmann. Tenendo conto di questa reciprocità, il presente numero di Im@go intende accogliere quei contributi volti a individuare, analizzare e comprendere gli immaginari della natura e i loro effetti di realtà nel contesto delle società contemporanee. Tale interesse è dettato dall’effervescenza collettiva determinata dal “ritorno della natura” in diverse sfere della società globale. Un ritorno che affiora in diversi fenomeni: nelle ansie per gli squilibri ambientali e del benessere del sé determinati dallo sfruttamento capitalista del pianeta; negli scenari aperti dalla ridefinizione tecno-scientifica della vita; nel ruolo di valorizzazione della merce svolto da termini come green/bio/organic/eco-sostenibile; nella nascita di legami sociali che trovano nella sacralizzazione della natura una inedita manifestazione della “coscienza collettiva”; nella fine, o forse nel rinnovarsi, della visione antropocentrica del mondo; negli stili di vita e nelle pratiche della vita quotidiana; nei linguaggi estetici e nella retorica del linguaggio politico. Tali fenomeni, seppure collocabili nello spettro di osservazione della vita quotidiana, giocoforza rinviano in modo dialettico ai processi del mondo globale, sollevando rilevanti interrogativi: quali sono gli immaginari che veicolano questo “ritorno della natura”? E in una prospettiva di profondità della vita associata, da quali tensioni, conflitti, speranze, emergono? Se esiste, dove è collocabile il confine tra natura e artificio e come le scienze lo hanno pensato? Infine, quali sono le metamorfosi degli immaginari della natura nella realtà sociale?
Gli immaginari della natura e i suoi effetti di realtà / Camorrino, Antonio; luca marzo, Pier. - In: IM@GO. - ISSN 2281-8138. - 15:(2020).
Gli immaginari della natura e i suoi effetti di realtà
antonio camorrino;
2020
Abstract
Il termine natura eccede la sostanza del nostro corpo e quel puro spazio in cui sbocciano i fiori. La nostra immediata esperienza dei fiori e del corpo, come ci fa intendere Rilke, è mediata da una determinata visione del mondo. Pertanto, la natura la possiamo intendere come un sofisticato artefatto dell’immaginario sociale che ha il potere di non apparire tale. Per disvelare il carattere artificiale del naturale è sufficiente richiamare all’attenzione la complessità dei significati veicolati, ad esempio, dalle cosmogonie mitico-religiose, dalle dottrine politiche giusnaturalistiche, dai paradigmi delle scienze naturali, dalle rappresentazioni estetiche dei paesaggi, dalle tecnologie del corpo, dai significati che orientano l’agire economico, ecc. Ciascuno di questi immaginari della natura trova la sua comune funzione primaria nell’architettare, pur se attraverso visioni tra loro irriducibili, un luogo simbolico in cui processi vitali e sociali entrano in azione reciproca creando senso sociale. È da questo senso che – analogamente a quanto accade per i fiori – sbocciano inesauribilmente i mondi storico-sociali; anche la realtà sociale, dunque, è a sua volta costruita da una certa visione del naturale – per dirla nei termini di Peter Berger e Thomas Luckmann. Tenendo conto di questa reciprocità, il presente numero di Im@go intende accogliere quei contributi volti a individuare, analizzare e comprendere gli immaginari della natura e i loro effetti di realtà nel contesto delle società contemporanee. Tale interesse è dettato dall’effervescenza collettiva determinata dal “ritorno della natura” in diverse sfere della società globale. Un ritorno che affiora in diversi fenomeni: nelle ansie per gli squilibri ambientali e del benessere del sé determinati dallo sfruttamento capitalista del pianeta; negli scenari aperti dalla ridefinizione tecno-scientifica della vita; nel ruolo di valorizzazione della merce svolto da termini come green/bio/organic/eco-sostenibile; nella nascita di legami sociali che trovano nella sacralizzazione della natura una inedita manifestazione della “coscienza collettiva”; nella fine, o forse nel rinnovarsi, della visione antropocentrica del mondo; negli stili di vita e nelle pratiche della vita quotidiana; nei linguaggi estetici e nella retorica del linguaggio politico. Tali fenomeni, seppure collocabili nello spettro di osservazione della vita quotidiana, giocoforza rinviano in modo dialettico ai processi del mondo globale, sollevando rilevanti interrogativi: quali sono gli immaginari che veicolano questo “ritorno della natura”? E in una prospettiva di profondità della vita associata, da quali tensioni, conflitti, speranze, emergono? Se esiste, dove è collocabile il confine tra natura e artificio e come le scienze lo hanno pensato? Infine, quali sono le metamorfosi degli immaginari della natura nella realtà sociale?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.