Luigi Comencini in un film documentario sulle borgate romane negli anni dell’immediato dopoguerra, conclude il suo lavoro concentrando lo sguardo sui bambini di quei sobborghi. Nella sequenza finale inquadra quei bambini, oggi diventati probabilmente nonni, che in mutande fanno il bagno in uno dei tanti pantani della periferia romana. L’acqua di quel pantano, commenta Comencini, è inquinata e malsana, questa triste costatazione stride fortemente con le urla gioiose dei bambini, che giocano e si tuffano nel rigagnolo stagnate. Comencini chiude il racconto con queste parole:«Ogni bambino si bagna nell’acqua che trova!» Le immagini e le parole di Comencini raccolgono tanti pensieri: sulle giovani generazioni, sull’ambiente, che non è solo quello fisico, ma anche quello culturale, nel quale i giovani crescono; sulla responsabilità del passaggio di consegne tra giovani e vecchi, una responsabilità che può essere misurata anche su ciò che si lascia in eredità a chi viene dopo di noi. Il taglio generazionale, se così si può dire, che ho voluto dare a questa premessa è utile ad introdurre uno dei temi che ha ispirato la nascita di questa raccolta: giovani ricercatori appartenuti non alla “generazione di mezzo”, ma all’ennesima generazione “tolta di mezzo”. Tuttavia, questo popolo di fantasmi della ricerca, si aggrappa con ostinazione alla sua voglia di comprendere e confrontarsi sull’architettura, spinto forse proprio dal suo grande amore per questa disciplina. Ho creduto che questo fosse un dato forte, da tenere in considerazione, anche perché è un dato che parte dalla gioia di fare ricerca.
Considerazioni su un progetto comune / Giammetti, Mariateresa. - (2016), pp. 4-5.
Considerazioni su un progetto comune
Mariateresa Giammetti
2016
Abstract
Luigi Comencini in un film documentario sulle borgate romane negli anni dell’immediato dopoguerra, conclude il suo lavoro concentrando lo sguardo sui bambini di quei sobborghi. Nella sequenza finale inquadra quei bambini, oggi diventati probabilmente nonni, che in mutande fanno il bagno in uno dei tanti pantani della periferia romana. L’acqua di quel pantano, commenta Comencini, è inquinata e malsana, questa triste costatazione stride fortemente con le urla gioiose dei bambini, che giocano e si tuffano nel rigagnolo stagnate. Comencini chiude il racconto con queste parole:«Ogni bambino si bagna nell’acqua che trova!» Le immagini e le parole di Comencini raccolgono tanti pensieri: sulle giovani generazioni, sull’ambiente, che non è solo quello fisico, ma anche quello culturale, nel quale i giovani crescono; sulla responsabilità del passaggio di consegne tra giovani e vecchi, una responsabilità che può essere misurata anche su ciò che si lascia in eredità a chi viene dopo di noi. Il taglio generazionale, se così si può dire, che ho voluto dare a questa premessa è utile ad introdurre uno dei temi che ha ispirato la nascita di questa raccolta: giovani ricercatori appartenuti non alla “generazione di mezzo”, ma all’ennesima generazione “tolta di mezzo”. Tuttavia, questo popolo di fantasmi della ricerca, si aggrappa con ostinazione alla sua voglia di comprendere e confrontarsi sull’architettura, spinto forse proprio dal suo grande amore per questa disciplina. Ho creduto che questo fosse un dato forte, da tenere in considerazione, anche perché è un dato che parte dalla gioia di fare ricerca.File | Dimensione | Formato | |
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