Il nuovo per l'antico nell'opera di Hans Dollgast

L’articolo di Winfried Nerdinger del 1996 dedicato all’intervento di ricomposizione dell’Alte Pinakothek di Monaco di Baviera ha avuto il merito di far conoscere anche in Italia uno dei restauri architettonici più interessanti realizzati nel secondo dopoguerra da Hans Döllgast. «Sebbene le sue costruzioni abbiano per il resto un’importanza che non supera i confini regionali - scrive Nerdinger -, con l’Alte Pinakothek Hans Döllgast è stato l’unico che è riuscito a conservare in maniera originale a testimonianza e ammonimento dei posteri la storia che si evince dai resti sopravvissuti alla distruzione»3, realizzando un intervento emblematico per modalità compositive, scelta dei materiali e sobrietà del segno architettonico. Partendo dall’esame critico dell’opera di Döllgast, il presente contributo intende svolgere una serie di riflessioni circa il tema della ‘reintegrazione’ di edifici storici parzialmente distrutti, con particolare attenzione alla ‘materia‘ ed alla ‘forma’ delle aggiunte.