La memoria dell’età aragonese nel De Nola di Ambrogio Leone (1514)

Nel trattato latino De Nola (Venezia 1514) del medico Ambrgio Leone, nolano ma trasferito a Venezia e sodale di Aldo Manuzio, vi è una rappresentazione della ormai conclusa stagione aragonese del Regno di Napoli di notevole interesse: da un lato vi troviamo alcune menzioni elogiative dei sovrani, sia di Alfonso II, inrelazione ai suoi interventi di ristrutturazione urbana a Napoli, sia di Alfonso il Magnanimo e della sua passione per la csccia con il falcone. Ancora più significativa una pagina sugli umanisti di età aragonese, con la quale Leone profila una sorta di 'canone' dell'Umanesimo napoletano, menzionando Lorenzo Valla, Giovan Francesco Caracciolo, Aurelio Bienato, Giovanni Pontano, Antonio Galateo e pochi altri, perfino riabilitando Antonello Petrucci, che pure era stato messo a morte da re Ferrante per alto tradimento.