La pianura alluvionale catanese - la più ampia della Sicilia con i suoi 428 km2 - è stata coinvolta direttamente e indirettamente nelle vicende che hanno segnato l’evoluzione dell’area ionica fin dai primi passi del popolamento umano nell’isola che sono qui registrati. L’età delle apoikiai (VIII sec. a.C.) costituisce un episodio fondamentale della complessa sto- ria insediativa dell’area: il territorio di Catania e Lentini, entità politiche entro la cui sfera d’influenza va inquadrata la pianura, in età romana assunse pienamente le forme di un paesaggio rurale, la cui vocazione produttiva è ripresa pienamente soltanto nella seconda metà del XX secolo, in seguito ai lavori della grande bonifica. Infatti, il carattere torrentizio dei corsi d’acqua, le frequenti esondazioni e l’esistenza di sorgive che per mancanza di adeguati canali di scolo si impaludavano permanente- mente, costituivano i principali motivi del verificarsi di inondazioni durante la stagione piovosa, e di impaludamenti nei pe- riodi asciutti: questi elementi, almeno dal Medioevo al secondo dopoguerra, hanno reso inabitabile e malsana la più ampia pianura alluvionale della Sicilia. Il paesaggio locale è stato radicalmente modificato dalle opere di bonifica e di sistemazione agraria della prima metà del XX secolo che hanno esteso ulteriormente gli agrumeti e le colture ortive. Se da un lato è inne- gabile la notevole ricchezza del patrimonio archeologico distribuito ai margini del territorio, dall’altro emerge uno scarno numero di ricerche e di tentativi di sintesi storico-topografiche sulla storia dell’insediamento e della viabilità in questo settore dell’isola: ricognizioni sul campo e ricerche condotte nell’archivio del Consorzio della Bonifica della Piana di Catania per- mettono oggi di riconsiderarne il tradizionale vacuum informativo, consentendo una preliminare presentazione dei dati fin qui emersi.
Archeologia di un paesaggio marginale: la pianura di Catania prima e dopo le opere della bonifica / Brancato, R. - (2020), pp. 125-135.
Archeologia di un paesaggio marginale: la pianura di Catania prima e dopo le opere della bonifica
Brancato R
2020
Abstract
La pianura alluvionale catanese - la più ampia della Sicilia con i suoi 428 km2 - è stata coinvolta direttamente e indirettamente nelle vicende che hanno segnato l’evoluzione dell’area ionica fin dai primi passi del popolamento umano nell’isola che sono qui registrati. L’età delle apoikiai (VIII sec. a.C.) costituisce un episodio fondamentale della complessa sto- ria insediativa dell’area: il territorio di Catania e Lentini, entità politiche entro la cui sfera d’influenza va inquadrata la pianura, in età romana assunse pienamente le forme di un paesaggio rurale, la cui vocazione produttiva è ripresa pienamente soltanto nella seconda metà del XX secolo, in seguito ai lavori della grande bonifica. Infatti, il carattere torrentizio dei corsi d’acqua, le frequenti esondazioni e l’esistenza di sorgive che per mancanza di adeguati canali di scolo si impaludavano permanente- mente, costituivano i principali motivi del verificarsi di inondazioni durante la stagione piovosa, e di impaludamenti nei pe- riodi asciutti: questi elementi, almeno dal Medioevo al secondo dopoguerra, hanno reso inabitabile e malsana la più ampia pianura alluvionale della Sicilia. Il paesaggio locale è stato radicalmente modificato dalle opere di bonifica e di sistemazione agraria della prima metà del XX secolo che hanno esteso ulteriormente gli agrumeti e le colture ortive. Se da un lato è inne- gabile la notevole ricchezza del patrimonio archeologico distribuito ai margini del territorio, dall’altro emerge uno scarno numero di ricerche e di tentativi di sintesi storico-topografiche sulla storia dell’insediamento e della viabilità in questo settore dell’isola: ricognizioni sul campo e ricerche condotte nell’archivio del Consorzio della Bonifica della Piana di Catania per- mettono oggi di riconsiderarne il tradizionale vacuum informativo, consentendo una preliminare presentazione dei dati fin qui emersi.File | Dimensione | Formato | |
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