Se la percezione dei mores nella società vittoriana ha convenzionalmente restituito l’idea di un’epoca castigata e castigante della dimensione erotica, proprio in quegli anni l’Inghilterra conosce una grande fioritura di materiale pornografico clandestino. Dalle collezioni di fotografie di nudi, alle prime traduzioni del Kāma Sūtra, ai testi stampati in forma anonima e fatti circolare solo in cerchie ristrette che comunicavano tra loro attraverso simboli di riconoscimento, risulta, infatti, che all’estetica moralista del compromesso corrispondesse una narrazione uguale e contraria riguardante la scoperta dei piaceri carnali e della sperimentazione sessuale. La nascita di un vero e proprio genere letterario, la Victorian Erotica, diede vita a interessanti sperimentazioni che ebbero grande fortuna anche negli ambienti omosessuali londinesi, almeno fino gli anni immediatamente precedenti al celebre processo che coinvolse Oscar Wilde e che, invece, nella sua violenza, sembrò mettere un freno a questa vivace produzione narrativa. Nell’articolo si analizzano tre testi pornografico-scandalistici che vogliono descrivere questo percorso involutivo e di progressiva censura sul tema della sperimentazione sessuale nei circoli omosessuali clandestini: il più esplicito The Sins of the Cities of the Plain; or, The Recollections of a Mary-Ann, pubblicato dietro lo pseudonimo di Jack Saul, noto prostituto dell’epoca; l’Erotica anonima ma spesso attribuita dalla critica a Oscar Wilde, Teleny, or, The Reverse of the Medal del 1883; il testo riconosciuto solo molti anni dopo la sua prima pubblicazione, sempre anonima, da Robert Smythe Hichens, The Green Carnation del 1884, utilizzato nel processo contro Wilde proprio per il suo racconto delle dinamiche e dei simboli legati a quello stile di vita condannato come immorale che costò al drammaturgo più celebre dell’epoca la detenzione nel carcere di Reading.

“L’Autore che non osa pronunciare il suo nome: simboli e scandali nella letteratura pornografica tardovittoriana (1881-94)” / Natale, Aureliana. - (2020), pp. 81-98.

“L’Autore che non osa pronunciare il suo nome: simboli e scandali nella letteratura pornografica tardovittoriana (1881-94)”

Aureliana Natale
2020

Abstract

Se la percezione dei mores nella società vittoriana ha convenzionalmente restituito l’idea di un’epoca castigata e castigante della dimensione erotica, proprio in quegli anni l’Inghilterra conosce una grande fioritura di materiale pornografico clandestino. Dalle collezioni di fotografie di nudi, alle prime traduzioni del Kāma Sūtra, ai testi stampati in forma anonima e fatti circolare solo in cerchie ristrette che comunicavano tra loro attraverso simboli di riconoscimento, risulta, infatti, che all’estetica moralista del compromesso corrispondesse una narrazione uguale e contraria riguardante la scoperta dei piaceri carnali e della sperimentazione sessuale. La nascita di un vero e proprio genere letterario, la Victorian Erotica, diede vita a interessanti sperimentazioni che ebbero grande fortuna anche negli ambienti omosessuali londinesi, almeno fino gli anni immediatamente precedenti al celebre processo che coinvolse Oscar Wilde e che, invece, nella sua violenza, sembrò mettere un freno a questa vivace produzione narrativa. Nell’articolo si analizzano tre testi pornografico-scandalistici che vogliono descrivere questo percorso involutivo e di progressiva censura sul tema della sperimentazione sessuale nei circoli omosessuali clandestini: il più esplicito The Sins of the Cities of the Plain; or, The Recollections of a Mary-Ann, pubblicato dietro lo pseudonimo di Jack Saul, noto prostituto dell’epoca; l’Erotica anonima ma spesso attribuita dalla critica a Oscar Wilde, Teleny, or, The Reverse of the Medal del 1883; il testo riconosciuto solo molti anni dopo la sua prima pubblicazione, sempre anonima, da Robert Smythe Hichens, The Green Carnation del 1884, utilizzato nel processo contro Wilde proprio per il suo racconto delle dinamiche e dei simboli legati a quello stile di vita condannato come immorale che costò al drammaturgo più celebre dell’epoca la detenzione nel carcere di Reading.
2020
9788843099245
“L’Autore che non osa pronunciare il suo nome: simboli e scandali nella letteratura pornografica tardovittoriana (1881-94)” / Natale, Aureliana. - (2020), pp. 81-98.
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NATALE A. , “L’Autore che non osa pronunciare il suo nome simboli e scandali nella letteratura pornografica tardovittoriana (1881-94)” 2020, pp.81-98 (ISBN 9788843099245).pdf

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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/878945
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