Max Nordau intraprende, tra il 1892 e il ’93, un’inchiesta sulla decadenza dell’Europa di fin de siècle, edificando la sua sterminata galleria di figure, simile a un museo antropologico degli orrori, sul terreno scivoloso della Degenerazione. Procedendo oltre Lombroso, Max Nordau ne fa una categoria estetica, diagnosticando i movimenti artistici di fine Ottocento come patologie. Le ampie citazioni di Tolstoi, Wilde, Ibsen, Nietzsche, Zola trasformano il suo sondaggio in un canone involontario del modernismo e della civiltà occidentale al suo tramonto. Elencando i mali, accumulando citazioni, affollando di figure i suoi esempi, Nordau finisce, in realtà, col chiamare all’appello tutti i degenerati che vorrebbe condannare e, come nel meccanismo di negazione freudiana, dare loro un’estrema possibilità di esistenza. La galleria di figure degenerate, rimaste fuori dal solco evolutivo, renderà più facile il varco a quell’«orda dei brutti» che dominerà il nuovo secolo, preparando la strada al personaggio novecentesco. L’opera di Nordau penetrerà a fondo nelle forme narrative destinate a varcare il secolo: lungo la linea Pirandello-Svevo, allargata a De Roberto e Tozzi, sarà il rimosso, più del dichiarato, a rivelare effetti duraturi. La figura del degenerato darà fioriture impreviste in quelle scritture che, in pieno Novecento, impigliate tra le ombre della fin de siècle e contagiate da matti, inetti e visionari, procederanno controcorrente dentro un mondo che crolla.
Usi impropri ed effetti collaterali di Degenerazione / Acocella, Silvia. - (2022), pp. 81-99.
Usi impropri ed effetti collaterali di Degenerazione
Silvia Acocella
2022
Abstract
Max Nordau intraprende, tra il 1892 e il ’93, un’inchiesta sulla decadenza dell’Europa di fin de siècle, edificando la sua sterminata galleria di figure, simile a un museo antropologico degli orrori, sul terreno scivoloso della Degenerazione. Procedendo oltre Lombroso, Max Nordau ne fa una categoria estetica, diagnosticando i movimenti artistici di fine Ottocento come patologie. Le ampie citazioni di Tolstoi, Wilde, Ibsen, Nietzsche, Zola trasformano il suo sondaggio in un canone involontario del modernismo e della civiltà occidentale al suo tramonto. Elencando i mali, accumulando citazioni, affollando di figure i suoi esempi, Nordau finisce, in realtà, col chiamare all’appello tutti i degenerati che vorrebbe condannare e, come nel meccanismo di negazione freudiana, dare loro un’estrema possibilità di esistenza. La galleria di figure degenerate, rimaste fuori dal solco evolutivo, renderà più facile il varco a quell’«orda dei brutti» che dominerà il nuovo secolo, preparando la strada al personaggio novecentesco. L’opera di Nordau penetrerà a fondo nelle forme narrative destinate a varcare il secolo: lungo la linea Pirandello-Svevo, allargata a De Roberto e Tozzi, sarà il rimosso, più del dichiarato, a rivelare effetti duraturi. La figura del degenerato darà fioriture impreviste in quelle scritture che, in pieno Novecento, impigliate tra le ombre della fin de siècle e contagiate da matti, inetti e visionari, procederanno controcorrente dentro un mondo che crolla.File | Dimensione | Formato | |
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