Intorno all'efficacia scusante della necessità

Gli studi moderni sullo stato di necessità muovono dal presupposto che nell’esperienza giuridica romana sia mancata l’elaborazione e la formulazione della relativa categoria concettuale. Ciò non ha precluso ovviamente indagini da parte degli storici, né ne ha escluso il valore o l’opportunità. Con tutte le cautele imposte dalla presumibile influenza solo indiretta della filosofia e della retorica sulla formazione del diritto a Roma, si è proposta negli ultimi decenni una ricerca che partisse dalla ‘Wortforschung’, per mettere a fuoco i valori posti dalla società romana a fondamento della scusante della necessità. Dal risultato, in una certa misura prevedibile, che nel campo del diritto la necessitas rileva principalmente quale strumento ermeneutico nelle mani dei giureconsulti ne è discesa la relativa identificazione come argomento dialettico variamente impiegato al servizio di valori non necessariamente etici. Ed è forse proprio da questo punto che varrebbe la pena ripartire, in un’indagine sul valore giuridico della necessità che sia puramente storica, libera cioè da condizionamenti ideologici o morali, ma soprattutto tecnica, come d’altra parte lo era l’approccio della giurisprudenza romana nelle sue più tipiche manifestazioni.