Nelle società occidentali si è assistito al progressivo declino della statualità della giustizia e al contestuale aumento del numero delle controversie che vengono affidate ad una pluralità di procedimenti conciliativi e valutativi. In quest’ottica uno dei meccanismi che gode di maggior credito è la mediazione, la quale offre alle parti il completo controllo della procedura e una soluzione personalizzata della vicenda conflittuale. Queste caratteristiche hanno reso il procedimento mediativo uno strumento teoricamente utilizzabile anche per rispondere alla forte domanda di giustizia privata che proviene da un mondo confessionale, di matrice etnica, stabilmente insediatosi in Europa per effetto dei fenomeni immigratori. Nei paesi arabi, asiatici, africani, l’esigenza di non turbare gli equilibri comunitari ha sviluppato una cultura della conciliazione assai lontana dall’approccio avversariale che caratterizza le società di stampo occidentale. La problematica di notevole complessità, che ha suscitato un notevole interesse nei paesi di common law per effetto del radicamento dei c.d. “faith-based arbitration tribunals”, merita l’attenzione degli studiosi e, in particolare, dei giuristi, i quali sono chiamati a valutare i rischi insiti nell’uso interculturale delle ADR e il loro contributo alla “democrazia della interlegalità”. Sotto questo profilo l’analisi del modello italiano di mediazione civile, considerato una best practice a livello internazionale, offre una possibile esemplificazione delle concrete potenzialità che la conciliazione può avere quale metodo di risoluzione dei conflitti caratterizzati da una forte connotazione etnico-religiosa.

La mediazione civile tra interlegalità e statuti etnico-confessionali / Aveta, Raffaele. - (2023), pp. 111-128.

La mediazione civile tra interlegalità e statuti etnico-confessionali

RAFFAELE AVETA
2023

Abstract

Nelle società occidentali si è assistito al progressivo declino della statualità della giustizia e al contestuale aumento del numero delle controversie che vengono affidate ad una pluralità di procedimenti conciliativi e valutativi. In quest’ottica uno dei meccanismi che gode di maggior credito è la mediazione, la quale offre alle parti il completo controllo della procedura e una soluzione personalizzata della vicenda conflittuale. Queste caratteristiche hanno reso il procedimento mediativo uno strumento teoricamente utilizzabile anche per rispondere alla forte domanda di giustizia privata che proviene da un mondo confessionale, di matrice etnica, stabilmente insediatosi in Europa per effetto dei fenomeni immigratori. Nei paesi arabi, asiatici, africani, l’esigenza di non turbare gli equilibri comunitari ha sviluppato una cultura della conciliazione assai lontana dall’approccio avversariale che caratterizza le società di stampo occidentale. La problematica di notevole complessità, che ha suscitato un notevole interesse nei paesi di common law per effetto del radicamento dei c.d. “faith-based arbitration tribunals”, merita l’attenzione degli studiosi e, in particolare, dei giuristi, i quali sono chiamati a valutare i rischi insiti nell’uso interculturale delle ADR e il loro contributo alla “democrazia della interlegalità”. Sotto questo profilo l’analisi del modello italiano di mediazione civile, considerato una best practice a livello internazionale, offre una possibile esemplificazione delle concrete potenzialità che la conciliazione può avere quale metodo di risoluzione dei conflitti caratterizzati da una forte connotazione etnico-religiosa.
2023
979-12-81044-13-5
La mediazione civile tra interlegalità e statuti etnico-confessionali / Aveta, Raffaele. - (2023), pp. 111-128.
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