La visione dominante nelle nostre società sembra intendere la vita come un capitale di cui ogni individuo sarebbe dotato, collezione di crediti e skill che deve essere valorizzata per produrre performance caratterizzate da sempre maggiore rapidità, impatto, efficienza. Tutto sembra pensato per incrementare una vita di cui noi saremmo padroni, i cui progressi o regressi possono essere valutati secondo criteri quantitativi, per poter comparare le differenti vite e ottenere la migliore selezione possibile. Così si diffondono ovunque tecniche che si propongono di potenziare la vita, di renderla maggiormente produttiva, mentre imprese e istituzioni ne mettono a profitto ogni aspetto. Una frenesia che si rovescia nel suo contrario, in un paradossale sacrificio della vita, nella perdita di un controllo democratico, di una pianificazione che guarda al futuro. Come ci dimostrano la pandemia e la Guerra in Ucraina, che hanno rivelato i limiti delle pratiche di potenziamento, la fragilità della vita, la connessione inestricabile fra le nostre vite, la loro co-appartenenza a una più grande vita della specie. Se questi eventi sono il frutto delle modalità in cui la vita è stata istituita, allora, in questi tempi in cui tutta l’umanità è messa di fronte a sfide di carattere sanitario, bellico, ecologico, il fenomeno vita va forse ripensato alla radice, come incontro più che come competizione, come riconoscimento, comunicazione.

Vite connesse: l'abitare tra iperrealtà e perdita del mondo / Gambardella, F.; Prinzi, S.; Bonito Oliva, R.; Gjergji, I.; Iaia, G.; Moroncini, B.. - (2022), pp. 5-135.

Vite connesse: l'abitare tra iperrealtà e perdita del mondo

f. gambardella;S. Prinzi;R. Bonito Oliva;G. Iaia;
2022

Abstract

La visione dominante nelle nostre società sembra intendere la vita come un capitale di cui ogni individuo sarebbe dotato, collezione di crediti e skill che deve essere valorizzata per produrre performance caratterizzate da sempre maggiore rapidità, impatto, efficienza. Tutto sembra pensato per incrementare una vita di cui noi saremmo padroni, i cui progressi o regressi possono essere valutati secondo criteri quantitativi, per poter comparare le differenti vite e ottenere la migliore selezione possibile. Così si diffondono ovunque tecniche che si propongono di potenziare la vita, di renderla maggiormente produttiva, mentre imprese e istituzioni ne mettono a profitto ogni aspetto. Una frenesia che si rovescia nel suo contrario, in un paradossale sacrificio della vita, nella perdita di un controllo democratico, di una pianificazione che guarda al futuro. Come ci dimostrano la pandemia e la Guerra in Ucraina, che hanno rivelato i limiti delle pratiche di potenziamento, la fragilità della vita, la connessione inestricabile fra le nostre vite, la loro co-appartenenza a una più grande vita della specie. Se questi eventi sono il frutto delle modalità in cui la vita è stata istituita, allora, in questi tempi in cui tutta l’umanità è messa di fronte a sfide di carattere sanitario, bellico, ecologico, il fenomeno vita va forse ripensato alla radice, come incontro più che come competizione, come riconoscimento, comunicazione.
2022
978-88-6887-163-5
Vite connesse: l'abitare tra iperrealtà e perdita del mondo / Gambardella, F.; Prinzi, S.; Bonito Oliva, R.; Gjergji, I.; Iaia, G.; Moroncini, B.. - (2022), pp. 5-135.
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