Avviluppati spazi e nobili deformità. Osservazioni sul rapporto eroe/sylva nell'immaginario medievale (e non solo)

A partire dal IV-V secolo dell’era cristiana, la foresta costituì in Occidente l’ideale spazio, tanto simbolico che reale, entro il quale realizzare un punto di fusione tra i molti fermenti culturali trasportati dalle diverse civiltà che in quella straordinaria congiuntura si trovarono a dialogare e a scontrarsi: vi confluirono e germinarono istanze eterogenee, riti e tradizioni pagane provenienti da un universo vario e ricchissimo e il cristianesimo operò come il reagente fondamentale attraverso il quale attivare inediti sincretismi. In tale contesto, viene analizzato, a partire soprattutto da fonti letterarie e da una bibliografia aggiornata, il rapporto tra eroe, foresta e "mostro"/prodigio: una connessione che sembra mantenere ancor oggi una sua capacità evocativa nell'ambito dell'immaginario collettivo.