Il contributo è basato sul romanzo Die letzte Welt di Christoph Ransmayr, che rielabora la vicenda ovidiana dell’esilio sulle aspre rive del Mar Nero, a Tomi. La scelta del titolo del romanzo, ambientato alla ‘fine’ del mondo, non è banale e si collega allo stesso Ovidio che definisce il luogo del suo esilio «ultima tellus» e «orbis ultimus» (Epistulae ex Ponto, II, 7, 66). L’elaborazione della ‘fine’ non si esaurisce con la sola dimensione geografica. La trama rappresenta un progressivo avvicinamento verso un’ineluttabile fine sociale, culturale e fisica, non corrispondente tuttavia alla mera cancellazione, piuttosto alla trasformazione. Rielaborando il tema della metempsicosi affrontato da Ovidio nel quindicesimo libro delle Metamorfosi («Nec species sua cuique manet, rerumque novatrix», Metamorfosi, XV, 252-253), in un continuo gioco di citazioni con l’ipertesto ovidiano la fine umana dei personaggi coincide con nuove forme di esistenza che si manifestano nelle metamorfosi, rappresentanti una forma di redenzione e sollievo per un’umanità deturpata. La trama è incentrata sulla figura di Cotta che, partito da Roma alla ricerca del poeta esiliato e creduto morto, compie un viaggio spirituale che lo porterà ad abbandonare progressivamente la razionalità romana per il caos di quel mondo barbaro, ma affascinante, ribaltando il suo paradigma epistemologico di partenza. Come in Kermode (1966), la fine è immanente: si ritrova ben prima dell’epilogo, già tra le rovine di quella città alla fine del mondo, nei rapporti umani dilaniati dall’egoismo e nella perdita costante dei valori “universali”. Il tema dell’ambiente è posto a cornice. Il romanzo si apre con la descrizione di una città di Tomi imbruttita da un’industrializzazione selvaggia e «ferrigna» (il romanzo è ricco di anacronismi, non è ambientato nell’Età Classica come la vicenda narrata suggerirebbe); con la scomparsa dei personaggi umani e il manifestarsi delle metamorfosi, la città verrà sommersa progressivamente da una natura lussureggiante e selvaggia.

La fine del mondo alla sua 'fine': sulla sparizione dell'umano in "Die letzte Welt" (Il mondo estremo,1988) di Cristoph Ransmayr / Esposito, Gianluca. - (2021). (Intervento presentato al convegno Convegno dottorale: La fine del mondo, il mo(n)do della fine tenutosi a Università di Siena nel 11-12/03/2021).

La fine del mondo alla sua 'fine': sulla sparizione dell'umano in "Die letzte Welt" (Il mondo estremo,1988) di Cristoph Ransmayr

Esposito, Gianluca
2021

Abstract

Il contributo è basato sul romanzo Die letzte Welt di Christoph Ransmayr, che rielabora la vicenda ovidiana dell’esilio sulle aspre rive del Mar Nero, a Tomi. La scelta del titolo del romanzo, ambientato alla ‘fine’ del mondo, non è banale e si collega allo stesso Ovidio che definisce il luogo del suo esilio «ultima tellus» e «orbis ultimus» (Epistulae ex Ponto, II, 7, 66). L’elaborazione della ‘fine’ non si esaurisce con la sola dimensione geografica. La trama rappresenta un progressivo avvicinamento verso un’ineluttabile fine sociale, culturale e fisica, non corrispondente tuttavia alla mera cancellazione, piuttosto alla trasformazione. Rielaborando il tema della metempsicosi affrontato da Ovidio nel quindicesimo libro delle Metamorfosi («Nec species sua cuique manet, rerumque novatrix», Metamorfosi, XV, 252-253), in un continuo gioco di citazioni con l’ipertesto ovidiano la fine umana dei personaggi coincide con nuove forme di esistenza che si manifestano nelle metamorfosi, rappresentanti una forma di redenzione e sollievo per un’umanità deturpata. La trama è incentrata sulla figura di Cotta che, partito da Roma alla ricerca del poeta esiliato e creduto morto, compie un viaggio spirituale che lo porterà ad abbandonare progressivamente la razionalità romana per il caos di quel mondo barbaro, ma affascinante, ribaltando il suo paradigma epistemologico di partenza. Come in Kermode (1966), la fine è immanente: si ritrova ben prima dell’epilogo, già tra le rovine di quella città alla fine del mondo, nei rapporti umani dilaniati dall’egoismo e nella perdita costante dei valori “universali”. Il tema dell’ambiente è posto a cornice. Il romanzo si apre con la descrizione di una città di Tomi imbruttita da un’industrializzazione selvaggia e «ferrigna» (il romanzo è ricco di anacronismi, non è ambientato nell’Età Classica come la vicenda narrata suggerirebbe); con la scomparsa dei personaggi umani e il manifestarsi delle metamorfosi, la città verrà sommersa progressivamente da una natura lussureggiante e selvaggia.
2021
La fine del mondo alla sua 'fine': sulla sparizione dell'umano in "Die letzte Welt" (Il mondo estremo,1988) di Cristoph Ransmayr / Esposito, Gianluca. - (2021). (Intervento presentato al convegno Convegno dottorale: La fine del mondo, il mo(n)do della fine tenutosi a Università di Siena nel 11-12/03/2021).
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Programma_La fine del mondo, il mo(n)do della fine (8).pdf

accesso aperto

Descrizione: Locandina
Licenza: Dominio pubblico
Dimensione 226.06 kB
Formato Adobe PDF
226.06 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/962470
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact