l’11 settembre del 1847, l’inglese Edward Lear appunta nel suo diario di viaggio: «Return to Calabria not advisable. A tour to Melfi and part of Apuleia resolved on. We set off to Avellino. Travelling with the eyes open». Con l’espressione “viaggiare con gli occhi aperti” Lear sta facendo riferimento alla necessità di prestare la massima attenzione in un Regno di Napoli già agitato dai moti reggini. Ma, allo stesso tempo, la frase ben si presta a connotare il carattere acuto e illuminato dello sguardo che Lear sa posare sui luoghi del Sud Italia in cui, di volta in volta, decide di fermarsi. L’occhio di Edward Lear è, infatti, sia quello estremamente sensibile del brillante autore di versi nonsense e di limerick, che quello fantasioso del fine illustratore di paesaggi, autore di centinaia di dipinti, a penna o ad acquerello, delle località del Mediterraneo viste durante la sua vita da instancabile viaggiatore. Impossibilitato a proseguire l’itinerario calabrese, Lear si dirige verso la Basilicata e poi la Campania, riportando nei suoi resoconti le impressioni sui posti che visita: Melfi, Apulia, Minervino, Venosa, Castel del lago Pesole, Lavello, Monte Gargano, Avigliano, Vietri di Basilicata, Potenza, Eboli, Pesto, Avellino, Monte Vergine, Grotta Minarda, Frigento, Rocca San Felice, Sant’Angelo dei Lombardi, San Michele di Monte Voltore, Bisaccia, Lacedogna, Monte Verde, e molti dei borghi, dei boschi, delle montagne, dei laghi e dei fiumi circostanti. Luoghi e scorci reconditi di un percorso che potrebbe essere definito un’appendice insolita del Grand Tour, vengono raccontati mediante una scrittura pittorica che illumina il dettaglio e che sa, al momento opportuno, allontanare l’obiettivo per offrire al lettore l’impatto della visione d’insieme. Edward Lear, giovandosi dell’icasticità espressiva del poeta e dello sguardo fantasioso dell’artista, narra i suoi viaggi facendo emergere quelle zone di contatto e di intersezione tra le suggestioni del paesaggio naturale e i misteri dell’animo umano.

23. “Travelling with the eyes open”. Il senso del non-luogo nel viaggio in Basilicata e Campania di Edward Lear, in M. Lo Feudo, a cura di, Scrittura del paesaggio e memoria dei luoghi, fedoa, 2024 / Leonardi, Angela; LO FEUDO, Michela. - (In corso di stampa).

23. “Travelling with the eyes open”. Il senso del non-luogo nel viaggio in Basilicata e Campania di Edward Lear, in M. Lo Feudo, a cura di, Scrittura del paesaggio e memoria dei luoghi, fedoa, 2024.

Angela Leonardi
;
Michela Lo Feudo
In corso di stampa

Abstract

l’11 settembre del 1847, l’inglese Edward Lear appunta nel suo diario di viaggio: «Return to Calabria not advisable. A tour to Melfi and part of Apuleia resolved on. We set off to Avellino. Travelling with the eyes open». Con l’espressione “viaggiare con gli occhi aperti” Lear sta facendo riferimento alla necessità di prestare la massima attenzione in un Regno di Napoli già agitato dai moti reggini. Ma, allo stesso tempo, la frase ben si presta a connotare il carattere acuto e illuminato dello sguardo che Lear sa posare sui luoghi del Sud Italia in cui, di volta in volta, decide di fermarsi. L’occhio di Edward Lear è, infatti, sia quello estremamente sensibile del brillante autore di versi nonsense e di limerick, che quello fantasioso del fine illustratore di paesaggi, autore di centinaia di dipinti, a penna o ad acquerello, delle località del Mediterraneo viste durante la sua vita da instancabile viaggiatore. Impossibilitato a proseguire l’itinerario calabrese, Lear si dirige verso la Basilicata e poi la Campania, riportando nei suoi resoconti le impressioni sui posti che visita: Melfi, Apulia, Minervino, Venosa, Castel del lago Pesole, Lavello, Monte Gargano, Avigliano, Vietri di Basilicata, Potenza, Eboli, Pesto, Avellino, Monte Vergine, Grotta Minarda, Frigento, Rocca San Felice, Sant’Angelo dei Lombardi, San Michele di Monte Voltore, Bisaccia, Lacedogna, Monte Verde, e molti dei borghi, dei boschi, delle montagne, dei laghi e dei fiumi circostanti. Luoghi e scorci reconditi di un percorso che potrebbe essere definito un’appendice insolita del Grand Tour, vengono raccontati mediante una scrittura pittorica che illumina il dettaglio e che sa, al momento opportuno, allontanare l’obiettivo per offrire al lettore l’impatto della visione d’insieme. Edward Lear, giovandosi dell’icasticità espressiva del poeta e dello sguardo fantasioso dell’artista, narra i suoi viaggi facendo emergere quelle zone di contatto e di intersezione tra le suggestioni del paesaggio naturale e i misteri dell’animo umano.
In corso di stampa
23. “Travelling with the eyes open”. Il senso del non-luogo nel viaggio in Basilicata e Campania di Edward Lear, in M. Lo Feudo, a cura di, Scrittura del paesaggio e memoria dei luoghi, fedoa, 2024 / Leonardi, Angela; LO FEUDO, Michela. - (In corso di stampa).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/962754
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