La categoria delle obbligazioni naturali ha da sempre suscitato l’interesse della dottrina, impegnata a ricostruirne la natura e i rapporti con l’obbligazione civile. Il lavoro approfondisce le divergenti opzioni dogmatiche che, in vigenza del codice civile del 1865 e di quello attuale, hanno inteso ricostruire a) il fondamento delle obbligazioni naturali e b) il significato dell’avverbio, ex art. 1237 cod. abr., ‘volontariamente’ e la sostituzione, nel codice vigente, con il sintagma ‘spontaneamente’, quale requisito che contraddistingue l’esecuzione dell’adempimento al fine di escludere la ripetizione della prestazione. Nell’àmbito delle molteplici letture interpretative e delle opposte ricostruzioni, il contributo di Mario Allara si coglie in relazione ad entrambi i profili di analisi citati. La posizione dell’illustre giurista, infatti, da un lato è riconducibile all’indirizzo metodologico che ha ispirato la costruzione normativa accolta nel c.c. del 1942, che individua nell’obbligazione naturale l’esecuzione di un dovere morale o sociale; dall’altro, contribuisce, con riferimento all’interpretazione dell’elemento soggettivo, all’individuazione della disciplina applicabile, escludendo l’incidenza dell’errore sulla ripetibilità della prestazione.
Obbligazione naturale e adempimento «spontaneo» / Clarizia, Oriana. - (2024), pp. 559-585.
Obbligazione naturale e adempimento «spontaneo»
Oriana Clarizia
2024
Abstract
La categoria delle obbligazioni naturali ha da sempre suscitato l’interesse della dottrina, impegnata a ricostruirne la natura e i rapporti con l’obbligazione civile. Il lavoro approfondisce le divergenti opzioni dogmatiche che, in vigenza del codice civile del 1865 e di quello attuale, hanno inteso ricostruire a) il fondamento delle obbligazioni naturali e b) il significato dell’avverbio, ex art. 1237 cod. abr., ‘volontariamente’ e la sostituzione, nel codice vigente, con il sintagma ‘spontaneamente’, quale requisito che contraddistingue l’esecuzione dell’adempimento al fine di escludere la ripetizione della prestazione. Nell’àmbito delle molteplici letture interpretative e delle opposte ricostruzioni, il contributo di Mario Allara si coglie in relazione ad entrambi i profili di analisi citati. La posizione dell’illustre giurista, infatti, da un lato è riconducibile all’indirizzo metodologico che ha ispirato la costruzione normativa accolta nel c.c. del 1942, che individua nell’obbligazione naturale l’esecuzione di un dovere morale o sociale; dall’altro, contribuisce, con riferimento all’interpretazione dell’elemento soggettivo, all’individuazione della disciplina applicabile, escludendo l’incidenza dell’errore sulla ripetibilità della prestazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.