Rethinking education as a common good for the new welfare

Nell’ambito dei profondi mutamenti del Modello Sociale Europeo, sotto attacco negli ultimi trenta anni dalle politiche neoliberiste egemoni a livello globale (Gallino, 2012), è possibile ripensare alle istituzioni edu- cative come beni comuni (Locatelli, 2019), sottolineando il ruolo del life- long learnig nella definizione di un nuovo modello di welfare. Superando la contrapposizione tra il concetto sociologico di “educational creden- tials” (Collins, 1979) e quello economico di “marginal productivity” (Becker, 2008) si apre un nuovo spazio per valorizzare the “capabilities approach” (Sen, 1997) che sottolinea il ruolo dell’istruzione nel contra- stare le diseguaglianze e garantire una reale libertà di scelta in ogni cir- costanza. Lo sviluppo che ne deriva a livello aggregato assume un signi- ficato ben più ampio di quello relativo all’aumento del PIL, limitato alla sfera economica, e non in grado di evidenziare quell’insieme di norme e di valori che contribuiscono a spiegare il mutamento sociale. E neanche a sottolineare, in un approccio di genere, come le ineguaglianze in ter- mini di reddito ed accesso alle carriere tra uomini e donne rappresentino un ostacolo per lo sviluppo umano e l’antitesi di una vera democrazia (Nusbaum, 2000). Per questo motivo, proprio in quella che si definisce società della conoscenza (Kuhn, 2007), accanto al bisogno di sviluppare un sistema di alta formazione che consenta al sistema-paese elevati livel- li di competitività, si avverte quello di porre estrema attenzione alla dif- fusione e al un buon funzionamento dell’istruzione scolastica di base e della vocational educational