Il contributo intende presentare l’esperienza concreta e gli esiti rappresentativi di un processo di rilievo integrato applicato alla Palazzina dei Principi nel Real Bosco di Capodimonte a Napoli. L’obiettivo del lavoro, condotto nel 2021, ha mirato a soddisfare l’esigenza di rigorose rappresentazioni ortografiche delle consistenze morfometriche e spaziali dell’edificio ai fini specifici di un importante intervento di adeguamento funzionale per l’allestimento di nuovi spazi espositivi, tuttora in corso. Le scelte operative e metodologiche si sono mosse nell’ambito delle tecniche hi-tech del rilievo digitale integrato adottando il principio dell’integrazione durante l’intero processo conoscitivo, sia nelle fasi di acquisizione, processamento e restituzione dei dati, sia negli aspetti più propriamente interpretativi che, sottesi all’intero workflow, si condensano nella fase finale delle elaborazioni rappresentative. La Palazzina dei Principi fu fatta costruire prima della monumentale reggia dai Marchesi Carmignano di Acquaviva come villa collinare suburbana e nel 1826 acquisita dal re Francesco I di Borbone per destinarla a residenza dei prìncipi. Attualmente, all’interno del più ampio Masterplan del Museo e Real Bosco di Capodimonte, la palazzina (oltre ad essere coinvolta nel progetto “Delizie Reali” che ha recentemente recuperato l’antica serra ottocentesca e una tisaneria in un’area contigua l’edificio e che prevede il recupero e la valorizzazione funzionale di altre pertinenze) è interessata da un progetto di rifunzionalizzazione, di potenziamento impiantistico e di allestimento affidato all’architetto Pestellini Luparelli e alla agenzia interdisciplinare milanese 2050+, per accogliere la prestigiosa “Collezione di arte contemporanea italiana Lia e Marcello Rumma”, donata allo Stato dalla gallerista internazionale nel 2021. Certamente una delle presenze architettoniche più sobrie ed eleganti nel complesso di Capodimonte, la Palazzina dei Principi si è rivelata, fin dai primi sopralluoghi di ricognizione che hanno preceduto la pianificazione e la scelta della metodologia di rilievo, nella condizione di diffusa compromissione delle raffinate caratteristiche originarie. La grave alterazione dello stato degli ambienti disposti sui quattro principali livelli più un sottotetto si rileva non semplicemente causata da consueti fenomeni di degrado materico e inadeguatezza degli interventi di manutenzione, ma piuttosto tristemente riconducibile a una condizione di abbandono e di sconcertante manomissione antropica, in particolare degli ambienti al terzo e al quarto livello, caotici labirinti che hanno trasfigurato gli antichi ambienti in disarticolate abitazioni prive di qualunque qualità o considerazione del valore storico-architettonico di spazi ed elementi. Le operazioni di rilievo, che hanno riguardato una estensione complessiva di circa 6.600 mq, hanno potuto infatti riscontrare nella palazzina componenti morfologiche e materiche di elevato pregio, in particolare nella raffinata sobrietà degli elementi della facciata principale, nell’androne e nella scala monumentale, nelle preziose geometrie degli ambienti voltati a piano terra e ai piani ammezzati, in alcune bellissime pavimentazioni superstiti, negli infissi originari e nei relativi serramenti, ecc. Le operazioni di prelievo dei dati, appoggiandosi su un rilievo topografico condotto con stazione totale GPT7003 GNSS, si sono avvalse più largamente del metodo range-based condotto con strumento laser scanner Faro Focus. È stato inoltre utilizzato il metodo image-based modeling, per alcune parti delle facciate avvalendosi di riprese effettuate con drone DJI Phantom 4. Alla facciata principale si è applicata la sperimentazione di forme di sinergia tra le due tecnologie di rilievo digitale, la cui complementarietà ha permesso di restituire, con maggiore accuratezza, dimensioni, geometrie e relazioni tra gli elementi che nelle rappresentazioni hanno preso più chiaramente forma. Al fine di suggerire al progetto le possibilità di recupero e valorizzazione degli spazi ed elementi architettonici superstiti, si è ritenuto opportuno mirare non solo ad uno scrupoloso rilievo e alla redazione di un corretto e rispondente modello, ma si è anche inteso fondare una struttura conoscitiva aperta a successivi approfondimenti tematici (vicende costruttive e materiche, degrado, quadri fessurativi), proiettata nel contempo a gestire informazioni ibride e/o immateriali che attraverso potenziali azioni di condivisione siano in grado di veicolare, anche oltre il contesto locale, significati e valenze culturali dell’edificio storico e dei beni artistici che vi saranno esposti.
Rilievo integrato e rappresentazione digitale nei percorsi di conoscenza per la valorizzazione dell’architettura storica. Il caso della Palazzina dei Principi nel Real Bosco di Capodimonte / Florio, Riccardo; Catuogno, Raffaele; DELLA CORTE, Teresa; Borrelli, Caterina. - 7:(2023), pp. 1221-1229.
Rilievo integrato e rappresentazione digitale nei percorsi di conoscenza per la valorizzazione dell’architettura storica. Il caso della Palazzina dei Principi nel Real Bosco di Capodimonte
Riccardo Florio;Raffaele Catuogno;Teresa Della Corte;Caterina Borrelli
2023
Abstract
Il contributo intende presentare l’esperienza concreta e gli esiti rappresentativi di un processo di rilievo integrato applicato alla Palazzina dei Principi nel Real Bosco di Capodimonte a Napoli. L’obiettivo del lavoro, condotto nel 2021, ha mirato a soddisfare l’esigenza di rigorose rappresentazioni ortografiche delle consistenze morfometriche e spaziali dell’edificio ai fini specifici di un importante intervento di adeguamento funzionale per l’allestimento di nuovi spazi espositivi, tuttora in corso. Le scelte operative e metodologiche si sono mosse nell’ambito delle tecniche hi-tech del rilievo digitale integrato adottando il principio dell’integrazione durante l’intero processo conoscitivo, sia nelle fasi di acquisizione, processamento e restituzione dei dati, sia negli aspetti più propriamente interpretativi che, sottesi all’intero workflow, si condensano nella fase finale delle elaborazioni rappresentative. La Palazzina dei Principi fu fatta costruire prima della monumentale reggia dai Marchesi Carmignano di Acquaviva come villa collinare suburbana e nel 1826 acquisita dal re Francesco I di Borbone per destinarla a residenza dei prìncipi. Attualmente, all’interno del più ampio Masterplan del Museo e Real Bosco di Capodimonte, la palazzina (oltre ad essere coinvolta nel progetto “Delizie Reali” che ha recentemente recuperato l’antica serra ottocentesca e una tisaneria in un’area contigua l’edificio e che prevede il recupero e la valorizzazione funzionale di altre pertinenze) è interessata da un progetto di rifunzionalizzazione, di potenziamento impiantistico e di allestimento affidato all’architetto Pestellini Luparelli e alla agenzia interdisciplinare milanese 2050+, per accogliere la prestigiosa “Collezione di arte contemporanea italiana Lia e Marcello Rumma”, donata allo Stato dalla gallerista internazionale nel 2021. Certamente una delle presenze architettoniche più sobrie ed eleganti nel complesso di Capodimonte, la Palazzina dei Principi si è rivelata, fin dai primi sopralluoghi di ricognizione che hanno preceduto la pianificazione e la scelta della metodologia di rilievo, nella condizione di diffusa compromissione delle raffinate caratteristiche originarie. La grave alterazione dello stato degli ambienti disposti sui quattro principali livelli più un sottotetto si rileva non semplicemente causata da consueti fenomeni di degrado materico e inadeguatezza degli interventi di manutenzione, ma piuttosto tristemente riconducibile a una condizione di abbandono e di sconcertante manomissione antropica, in particolare degli ambienti al terzo e al quarto livello, caotici labirinti che hanno trasfigurato gli antichi ambienti in disarticolate abitazioni prive di qualunque qualità o considerazione del valore storico-architettonico di spazi ed elementi. Le operazioni di rilievo, che hanno riguardato una estensione complessiva di circa 6.600 mq, hanno potuto infatti riscontrare nella palazzina componenti morfologiche e materiche di elevato pregio, in particolare nella raffinata sobrietà degli elementi della facciata principale, nell’androne e nella scala monumentale, nelle preziose geometrie degli ambienti voltati a piano terra e ai piani ammezzati, in alcune bellissime pavimentazioni superstiti, negli infissi originari e nei relativi serramenti, ecc. Le operazioni di prelievo dei dati, appoggiandosi su un rilievo topografico condotto con stazione totale GPT7003 GNSS, si sono avvalse più largamente del metodo range-based condotto con strumento laser scanner Faro Focus. È stato inoltre utilizzato il metodo image-based modeling, per alcune parti delle facciate avvalendosi di riprese effettuate con drone DJI Phantom 4. Alla facciata principale si è applicata la sperimentazione di forme di sinergia tra le due tecnologie di rilievo digitale, la cui complementarietà ha permesso di restituire, con maggiore accuratezza, dimensioni, geometrie e relazioni tra gli elementi che nelle rappresentazioni hanno preso più chiaramente forma. Al fine di suggerire al progetto le possibilità di recupero e valorizzazione degli spazi ed elementi architettonici superstiti, si è ritenuto opportuno mirare non solo ad uno scrupoloso rilievo e alla redazione di un corretto e rispondente modello, ma si è anche inteso fondare una struttura conoscitiva aperta a successivi approfondimenti tematici (vicende costruttive e materiche, degrado, quadri fessurativi), proiettata nel contempo a gestire informazioni ibride e/o immateriali che attraverso potenziali azioni di condivisione siano in grado di veicolare, anche oltre il contesto locale, significati e valenze culturali dell’edificio storico e dei beni artistici che vi saranno esposti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.