Nell'articolo si ricostruisce l'intera fortuna storiografica della Madonna cosiddetta 'di san Guglielmo' nell'abbazia di Montevergine, dalla sua associazione con il fondatore della congregazione monastica nel Seicento, alla sua riscoperta come manufatto artistico di XIII secolo per opera di Giovan Battista Cavalcaselle (di cui si pubblica l'inedito schizzo con la raffigurazione della tavola), ripercorrendo il dibattito storiografico novecentesco e le opinioni critiche più recenti. Si discutono inoltre gli interrogativi che ancora solleva il manufatto, raro dipinto su tavola privo della consueta ingessatura, e si propone una nuova lettura iconografica dell'immagine, spiegando l'adozione del modello di Virgo lactans con precise motivazioni cultuali della committenza, riconducibile all'ambiente monastico di provenienza dell'opera. Si esaminano infine tipologia e funzione della tavola che, alla luce dell'ipotesi ricostruttiva della topografia della chiesa medievale proposta nel volume, doveva trovarsi sull'altare dei laici, adossato al tramezzo della chiesa, rappresentando di fatto la principale immagine venerata dai pellegrini prima della più tarda Maestà di Montano d'Arezzo.
La 'Madonna di san Guglielmo' / D'Ovidio, Stefano. - (2023), pp. 136-155.
La 'Madonna di san Guglielmo'
Stefano D'Ovidio
2023
Abstract
Nell'articolo si ricostruisce l'intera fortuna storiografica della Madonna cosiddetta 'di san Guglielmo' nell'abbazia di Montevergine, dalla sua associazione con il fondatore della congregazione monastica nel Seicento, alla sua riscoperta come manufatto artistico di XIII secolo per opera di Giovan Battista Cavalcaselle (di cui si pubblica l'inedito schizzo con la raffigurazione della tavola), ripercorrendo il dibattito storiografico novecentesco e le opinioni critiche più recenti. Si discutono inoltre gli interrogativi che ancora solleva il manufatto, raro dipinto su tavola privo della consueta ingessatura, e si propone una nuova lettura iconografica dell'immagine, spiegando l'adozione del modello di Virgo lactans con precise motivazioni cultuali della committenza, riconducibile all'ambiente monastico di provenienza dell'opera. Si esaminano infine tipologia e funzione della tavola che, alla luce dell'ipotesi ricostruttiva della topografia della chiesa medievale proposta nel volume, doveva trovarsi sull'altare dei laici, adossato al tramezzo della chiesa, rappresentando di fatto la principale immagine venerata dai pellegrini prima della più tarda Maestà di Montano d'Arezzo.File | Dimensione | Formato | |
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