Il 17 settembre 1503 moriva in Napoli Giovanni Gioviano Pontano, Maestro riconosciuto dell'Umanesimo meridionale e capo dell'Accademia che da lui prendeva il nome. La morte colse impreparati i discepoli, gli amici e i soci tutti dell'Accademia, che però in breve tempo – e in evidente concorrenza con il progetto editoriale avviato dal Pontano stesso con Aldo Manuzio – riuscirono a radunare i manoscritti del maestro, recuperandone anche le carte disperse dalle figlie. Pietro Summonte, discepolo del Pontano e già suo fidato collaboratore, fu investito dell'incarico di curare l'edizione di quanto il Maestro aveva lasciato inedito: la concessione del vicerè Gonzalo Fernàndez de Cordoba nel 1504 di un privilegio di durata decennale che vietava a tutti (tranne che al Summonte) di stampare nel Regno di Napoli qualsiasi opera del Pontano ed anche di vendervi opere che fossero state stampate da altri fuori del Regno, permise di realizzare un monumento straordinario alla memoria dell'amatissimo Maestro. Nel dare alle stampe i volumi degli inedita pontaniani, impresa nella quale avrebbe speso quasi un decennio della sua vita dal 1503 al 1512, il Summonte accompagnò ciascun volume con lettere prefatorie che contenevano dediche, chiarivano contesti storici e indicavano i collaboratori e i sostenitori finanziari dell'onerosa edizione. La relazione intende ricostruire il contesto storico-culturale in cui gli inedita pontaniani furono editi per le cure del Summonte; delineare i caratteri peculiari volumi stampati nell'officina di Sigismondo Mayr; nonché presentare dedicatari e finanziatori dell'impresa editoriale.

Avventure editoriali nella Napoli del primo Cinquecento: l'edizione degli inedita di Giovanni Gioviano Pontano / Iacono, Antonietta. - (2024).

Avventure editoriali nella Napoli del primo Cinquecento: l'edizione degli inedita di Giovanni Gioviano Pontano

Antonietta Iacono
2024

Abstract

Il 17 settembre 1503 moriva in Napoli Giovanni Gioviano Pontano, Maestro riconosciuto dell'Umanesimo meridionale e capo dell'Accademia che da lui prendeva il nome. La morte colse impreparati i discepoli, gli amici e i soci tutti dell'Accademia, che però in breve tempo – e in evidente concorrenza con il progetto editoriale avviato dal Pontano stesso con Aldo Manuzio – riuscirono a radunare i manoscritti del maestro, recuperandone anche le carte disperse dalle figlie. Pietro Summonte, discepolo del Pontano e già suo fidato collaboratore, fu investito dell'incarico di curare l'edizione di quanto il Maestro aveva lasciato inedito: la concessione del vicerè Gonzalo Fernàndez de Cordoba nel 1504 di un privilegio di durata decennale che vietava a tutti (tranne che al Summonte) di stampare nel Regno di Napoli qualsiasi opera del Pontano ed anche di vendervi opere che fossero state stampate da altri fuori del Regno, permise di realizzare un monumento straordinario alla memoria dell'amatissimo Maestro. Nel dare alle stampe i volumi degli inedita pontaniani, impresa nella quale avrebbe speso quasi un decennio della sua vita dal 1503 al 1512, il Summonte accompagnò ciascun volume con lettere prefatorie che contenevano dediche, chiarivano contesti storici e indicavano i collaboratori e i sostenitori finanziari dell'onerosa edizione. La relazione intende ricostruire il contesto storico-culturale in cui gli inedita pontaniani furono editi per le cure del Summonte; delineare i caratteri peculiari volumi stampati nell'officina di Sigismondo Mayr; nonché presentare dedicatari e finanziatori dell'impresa editoriale.
2024
Avventure editoriali nella Napoli del primo Cinquecento: l'edizione degli inedita di Giovanni Gioviano Pontano / Iacono, Antonietta. - (2024).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/990215
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