La relazione sociale con il sacro nella società occidentale postmoderna ruota intorno a (quantomeno) due polarità immaginali giustapposte: la religione, per un verso, afferisce a un «regime diurno» in cui la trascendenza di Dio – per quanto indebolita – ancora garantisce e impone una divisione tra il livello mondano e quello ultraterreno; le nuove forme della spiritualità, per l’altro, esauriscono invece il loro rapporto col sacro nel solo piano immanente, da cui un certo grado di «indistinzione» che rinvia senz’altro a un «regime notturno». Ho altrove applicato le celebri categorie durandiane testé citate (Durand 2013) all’analisi delle trasformazioni delle fenomenologie del sacro per come esse si sono storicamente manifestate – non si è trattato che di un abbozzo! – dall’epoca preassiale a quella contemporanea (Camorrino 2022). Da ciò discende che siffatte polarità sono informate da miti diversi, il primo – quello che soggiace alla religione – è corredato, dicevamo, da una simbolica «diurna»; nelle nuove forme della spiritualità, al contrario, la relazione sociale con il sacro si connota per un carattere spiccatamente «notturno». E il corpo, in questa «notturnizzazione», gioca un ruolo cruciale. Discutere quest’ipotesi, ponendo al centro del ragionamento il rapporto tra corpo e sacro, è l’obiettivo di questo paper. Nondimeno, a tal fine, tenterò di mettere in dialogo – e in modo più complessivo – le prospettive della sociologia della religione e quella dell’immaginario.
Religione e nuove forme della spiritualità. Corpo, sacro e polarità immaginali / Camorrino, Antonio. - (2024). (Intervento presentato al convegno Le metamorfosi del corpo tenutosi a l’Accademia di Costume e Moda, Roma nel 12-13 dicembre 2024).
Religione e nuove forme della spiritualità. Corpo, sacro e polarità immaginali
Antonio Camorrino
2024
Abstract
La relazione sociale con il sacro nella società occidentale postmoderna ruota intorno a (quantomeno) due polarità immaginali giustapposte: la religione, per un verso, afferisce a un «regime diurno» in cui la trascendenza di Dio – per quanto indebolita – ancora garantisce e impone una divisione tra il livello mondano e quello ultraterreno; le nuove forme della spiritualità, per l’altro, esauriscono invece il loro rapporto col sacro nel solo piano immanente, da cui un certo grado di «indistinzione» che rinvia senz’altro a un «regime notturno». Ho altrove applicato le celebri categorie durandiane testé citate (Durand 2013) all’analisi delle trasformazioni delle fenomenologie del sacro per come esse si sono storicamente manifestate – non si è trattato che di un abbozzo! – dall’epoca preassiale a quella contemporanea (Camorrino 2022). Da ciò discende che siffatte polarità sono informate da miti diversi, il primo – quello che soggiace alla religione – è corredato, dicevamo, da una simbolica «diurna»; nelle nuove forme della spiritualità, al contrario, la relazione sociale con il sacro si connota per un carattere spiccatamente «notturno». E il corpo, in questa «notturnizzazione», gioca un ruolo cruciale. Discutere quest’ipotesi, ponendo al centro del ragionamento il rapporto tra corpo e sacro, è l’obiettivo di questo paper. Nondimeno, a tal fine, tenterò di mettere in dialogo – e in modo più complessivo – le prospettive della sociologia della religione e quella dell’immaginario.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.