Il contributo propone un approccio metodologico-didattico per la traduzione dei dipinti fondati sull’uso della prospettiva in un linguaggio accessibile a fruitori con disabilità visiva. Comunicare tali opere a un pubblico non vedente non significa solo restituirne una forma tridimensionale apticamente esplorabile: il dipinto prospettico di epoca rinascimentale porta con sé un corpus di valori, di messaggi simbolici e di significati legati all’applicazione della prospettiva, il cui apprezzamento non passa attraverso gli occhi, ma attraverso intelletto e conoscenza. È necessario dunque lavorare su due fronti: in primis, la ricerca dell’equivalente rappresentativo dello spazio prospettico; in secondo luogo, la ricerca dell’equivalente estetico, che include il primo e lo completa, consentendo di accedere all’esperienza estetica vera e propria. Pertanto, la comunicazione aumentata ed inclusiva del bene deve prevedere un apparato didattico ben strutturato per veicolare non soltanto le qualità visive dell’opera tradotte in forma tattile ma tutti i significati ad esso connessi, compresi i possibili stimoli multisensoriali che è in grado di evocare. Si forniscono così strategie rappresentative e comunicative utili anche al largo pubblico, che ha l’occasione di sperimentare un modo alternativo di relazionarsi all’opera d’arte. La metodologia è basata su metodi tradizionali della geometria descrittiva (restituzione prospettica, prospettiva solida accelerata) ed è stata applicata a due casi studio, il Banchetto di Erode nelle versioni di B. Gozzoli e F. Lippi.
Toccare lo spazio prospettico, “sentire” l’opera d’arte. Strategie per l’accessibilità dei dipinti prospettici per i non vedenti / Ansaldi, Barbara. - (2022), pp. 550-565. (Intervento presentato al convegno DAI – Il Disegno per l’Accessibilità e l’Inclusione tenutosi a Genova nel 2-3 dicembre 2022).
Toccare lo spazio prospettico, “sentire” l’opera d’arte. Strategie per l’accessibilità dei dipinti prospettici per i non vedenti
Barbara Ansaldi
2022
Abstract
Il contributo propone un approccio metodologico-didattico per la traduzione dei dipinti fondati sull’uso della prospettiva in un linguaggio accessibile a fruitori con disabilità visiva. Comunicare tali opere a un pubblico non vedente non significa solo restituirne una forma tridimensionale apticamente esplorabile: il dipinto prospettico di epoca rinascimentale porta con sé un corpus di valori, di messaggi simbolici e di significati legati all’applicazione della prospettiva, il cui apprezzamento non passa attraverso gli occhi, ma attraverso intelletto e conoscenza. È necessario dunque lavorare su due fronti: in primis, la ricerca dell’equivalente rappresentativo dello spazio prospettico; in secondo luogo, la ricerca dell’equivalente estetico, che include il primo e lo completa, consentendo di accedere all’esperienza estetica vera e propria. Pertanto, la comunicazione aumentata ed inclusiva del bene deve prevedere un apparato didattico ben strutturato per veicolare non soltanto le qualità visive dell’opera tradotte in forma tattile ma tutti i significati ad esso connessi, compresi i possibili stimoli multisensoriali che è in grado di evocare. Si forniscono così strategie rappresentative e comunicative utili anche al largo pubblico, che ha l’occasione di sperimentare un modo alternativo di relazionarsi all’opera d’arte. La metodologia è basata su metodi tradizionali della geometria descrittiva (restituzione prospettica, prospettiva solida accelerata) ed è stata applicata a due casi studio, il Banchetto di Erode nelle versioni di B. Gozzoli e F. Lippi.File | Dimensione | Formato | |
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