Nei Tumuli, raccolta monografica di lunga gestazione, il nucleo di epigrammi funebri dedicati a morti familiari costituisce il fulcro originario. Infatti la più antica redazione documentata dal mansocritto Palatino Latino 276 della biblioteca di Parma, datato con certezza dalla sottoscrizione del copista Alessandro Accolti al 1496, è costituita da 24 epigrammi in cui i parentalia sono la maggioranza; nella redazione finale affidata al ms. Vat.Lat. 2842 datato all’anno Domini millesimo quingentesimo secundo, dunque al 1502, un anno appena dalla morte dell’umanista avvenuta nel settembre 1503, il canzoniere si presenta distinto in due libri, composti rispettivamente di 51 carmi il primo, e di 62 ilsecondo, per un totale di 113 carmi. Nella redazione finale ai tumuli per familiari, per amici e umanisti, si affiancano tumuli per personaggi legati alla corte aragonese e tumuli per creature dai nomi simbolici o allusivi e spesso soggette con la morte a vere e proprie metamorfosi per lo più a carattere floreale; non mancano infine tumuli scherzosi. L’editio princeps del De tumulis libri duo apparve postuma nella raccolta napoletana dei Carmina stampata presso Mayr, per le cure del discepolo Pietro Summonte. La raccolta, in una redazione più antica rispetto a quella di ultima volontà, costituita da un solo libro, apparve anche nell’edizione veneziana curata da Aldo Manuzio che vide laluce nelgiugno del1505. Il De tumulis è stato riedito nelsecolo scorso da Liliana Monti Sabia sulla base dell’autografo codice della raccolta, Vat. Lat. 2842. All’interno del canzoniere il termine tumulus connota una tipologia testuale che si ricollega agli antichi carmina epigraphica, ben noti all’autore, che fu collezionista di epigrafi, non manca l’apporto della ricca produzione classica (latina e greca), Ausonio, Catullo, Marziale, Venanzio Fortunato, gli epigrammi dell’Anthologia Planudea. Il termine tumulus è da intendere come creazione metonimica, rappresentazione della tomba sotto forma di scrittura, e insieme come monumento, concreto e figurato, della memoria e per la memoria. La relazione identifica e analizza i diversi nuclei tematici della raccolta in questione.
Concezione e rappresentazione dell’aldilà nei Tumuli di Giovanni Pontano / Iacono, Antonietta. - (2025). (Intervento presentato al convegno Ad Inferos. Lessico e immagini dell’Aldilà tra Latinità classica, Medioevo e Umanesimo. Convegno Internazionale tenutosi a Università degli Studi di Urbino Carlo Bo nel 12-13 marzo 2025).
Concezione e rappresentazione dell’aldilà nei Tumuli di Giovanni Pontano
Antonietta Iacono
2025
Abstract
Nei Tumuli, raccolta monografica di lunga gestazione, il nucleo di epigrammi funebri dedicati a morti familiari costituisce il fulcro originario. Infatti la più antica redazione documentata dal mansocritto Palatino Latino 276 della biblioteca di Parma, datato con certezza dalla sottoscrizione del copista Alessandro Accolti al 1496, è costituita da 24 epigrammi in cui i parentalia sono la maggioranza; nella redazione finale affidata al ms. Vat.Lat. 2842 datato all’anno Domini millesimo quingentesimo secundo, dunque al 1502, un anno appena dalla morte dell’umanista avvenuta nel settembre 1503, il canzoniere si presenta distinto in due libri, composti rispettivamente di 51 carmi il primo, e di 62 ilsecondo, per un totale di 113 carmi. Nella redazione finale ai tumuli per familiari, per amici e umanisti, si affiancano tumuli per personaggi legati alla corte aragonese e tumuli per creature dai nomi simbolici o allusivi e spesso soggette con la morte a vere e proprie metamorfosi per lo più a carattere floreale; non mancano infine tumuli scherzosi. L’editio princeps del De tumulis libri duo apparve postuma nella raccolta napoletana dei Carmina stampata presso Mayr, per le cure del discepolo Pietro Summonte. La raccolta, in una redazione più antica rispetto a quella di ultima volontà, costituita da un solo libro, apparve anche nell’edizione veneziana curata da Aldo Manuzio che vide laluce nelgiugno del1505. Il De tumulis è stato riedito nelsecolo scorso da Liliana Monti Sabia sulla base dell’autografo codice della raccolta, Vat. Lat. 2842. All’interno del canzoniere il termine tumulus connota una tipologia testuale che si ricollega agli antichi carmina epigraphica, ben noti all’autore, che fu collezionista di epigrafi, non manca l’apporto della ricca produzione classica (latina e greca), Ausonio, Catullo, Marziale, Venanzio Fortunato, gli epigrammi dell’Anthologia Planudea. Il termine tumulus è da intendere come creazione metonimica, rappresentazione della tomba sotto forma di scrittura, e insieme come monumento, concreto e figurato, della memoria e per la memoria. La relazione identifica e analizza i diversi nuclei tematici della raccolta in questione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.