Il testo analizza la sentenza della Corte EDU del 30 gennaio 2025, decisione che censura l’Italia in relazione alle gravi inadempienze e all’inadeguatezza delle azioni da parte delle istituzioni nazionali per proteggere i cittadini che vivono nella c.d. Terra dei fuochi, zona colpita da un fenomeno gravissimo di inquinamento su larga scala, derivante da discariche illegali, interramento, incenerimento di rifiuti pericolosi, speciali e urbani, protrattosi per un periodo di tempo considerevole. In particolare, l’analisi si sofferma sulla struttura pilota della sentenza, sui parametri CEDU violati, sulla rispondenza che il diritto alla vita riceve nel nostro testo costituzionale e, più in generale, sulle misure prescritte dalla Corte EDU, con specifico focus sull’organismo ambientale di controllo e sul ruolo della partecipazione dei cittadini nella fase attuativa delle misure prescritte. Nella sentenza, infatti, sembrano emergere indicazioni importanti volte a sollecitare, da parte dello Stato, un decisivo cambio di passo e, dunque, discontinuità rispetto alle modalità frammentate, insufficienti e spesso di matrice emergenziale, con le quali si è tentato in passato – senza alcun successo – di affrontare il problema. La vicenda in questione offre, poi, diversi spunti per affrontare problematiche di sistema, dalla carenza di infrastrutture di dialogo tra stato e autonomie al complesso modello costituzionale di ripartizione delle competenze.
Il diritto alla vita nella Terra dei fuochi. La Corte europea dei Diritti dell’uomo nella causa Cannavacciuolo e altri v. Italia / Lieto, Sara. - In: OSSERVATORIO COSTITUZIONALE. - ISSN 2283-7515. - 3(2025).
Il diritto alla vita nella Terra dei fuochi. La Corte europea dei Diritti dell’uomo nella causa Cannavacciuolo e altri v. Italia
sara lieto
2025
Abstract
Il testo analizza la sentenza della Corte EDU del 30 gennaio 2025, decisione che censura l’Italia in relazione alle gravi inadempienze e all’inadeguatezza delle azioni da parte delle istituzioni nazionali per proteggere i cittadini che vivono nella c.d. Terra dei fuochi, zona colpita da un fenomeno gravissimo di inquinamento su larga scala, derivante da discariche illegali, interramento, incenerimento di rifiuti pericolosi, speciali e urbani, protrattosi per un periodo di tempo considerevole. In particolare, l’analisi si sofferma sulla struttura pilota della sentenza, sui parametri CEDU violati, sulla rispondenza che il diritto alla vita riceve nel nostro testo costituzionale e, più in generale, sulle misure prescritte dalla Corte EDU, con specifico focus sull’organismo ambientale di controllo e sul ruolo della partecipazione dei cittadini nella fase attuativa delle misure prescritte. Nella sentenza, infatti, sembrano emergere indicazioni importanti volte a sollecitare, da parte dello Stato, un decisivo cambio di passo e, dunque, discontinuità rispetto alle modalità frammentate, insufficienti e spesso di matrice emergenziale, con le quali si è tentato in passato – senza alcun successo – di affrontare il problema. La vicenda in questione offre, poi, diversi spunti per affrontare problematiche di sistema, dalla carenza di infrastrutture di dialogo tra stato e autonomie al complesso modello costituzionale di ripartizione delle competenze.| File | Dimensione | Formato | |
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