Il dibattito sui rapporti tra ordinamento dell’Unione e ordinamento nazionale è tornato sotto i riflettori a seguito di un orientamento inaugurato dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 181 del 19 novembre 2024, e proseguito poi con altre pronunce. In particolare, la Consulta ha ritenuto accoglibili le questioni di legittimità costituzionale in rapporto a norme del diritto dell’Unione dotate di effetto diretto quando la questione presenti un “tono costituzionale” per il nesso con interessi o principi di tale rilievo. Il presente lavoro mira a dimostrare come il nuovo orientamento del Giudice delle leggi appaia suscettibile di essere accolto favorevolmente, sia perché la tendenza della Corte costituzionale a incrementare il proprio dialogo con la Corte di giustizia – naturalmente nel rispetto dei vincoli posti dalla giurisprudenza di Lussemburgo – e il correlato utilizzo del rinvio pregiudiziale contribuiscono a garantire e a rafforzare la primauté del diritto dell’Unione e la tutela dei diritti dei singoli; sia perché le recenti pronunce non segnano un’inversione di prospettiva del giudice italiano rispetto alla soluzione delle tensioni tra l’ordinamento nazionale e quello UE, mostrando, al contrario, un’apertura verso la composizione del conflitto tra ordinamenti non chiuso entro i confini dell’ordinamento nazionale.
Il primato del diritto dell’Unione europea tra giudice comune e Corte costituzionale / De Pasquale, Patrizia. - In: UNIONE EUROPEA E DIRITTI. - ISSN 3035-5729. - 1:2(2025), pp. 1-22.
Il primato del diritto dell’Unione europea tra giudice comune e Corte costituzionale
Patrizia De Pasquale
2025
Abstract
Il dibattito sui rapporti tra ordinamento dell’Unione e ordinamento nazionale è tornato sotto i riflettori a seguito di un orientamento inaugurato dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 181 del 19 novembre 2024, e proseguito poi con altre pronunce. In particolare, la Consulta ha ritenuto accoglibili le questioni di legittimità costituzionale in rapporto a norme del diritto dell’Unione dotate di effetto diretto quando la questione presenti un “tono costituzionale” per il nesso con interessi o principi di tale rilievo. Il presente lavoro mira a dimostrare come il nuovo orientamento del Giudice delle leggi appaia suscettibile di essere accolto favorevolmente, sia perché la tendenza della Corte costituzionale a incrementare il proprio dialogo con la Corte di giustizia – naturalmente nel rispetto dei vincoli posti dalla giurisprudenza di Lussemburgo – e il correlato utilizzo del rinvio pregiudiziale contribuiscono a garantire e a rafforzare la primauté del diritto dell’Unione e la tutela dei diritti dei singoli; sia perché le recenti pronunce non segnano un’inversione di prospettiva del giudice italiano rispetto alla soluzione delle tensioni tra l’ordinamento nazionale e quello UE, mostrando, al contrario, un’apertura verso la composizione del conflitto tra ordinamenti non chiuso entro i confini dell’ordinamento nazionale.| File | Dimensione | Formato | |
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