c) Nel saggio si esaminano gli effetti della dismissione degli impianti produttivi della città industriale occidentale, cresciuta e sviluppatasi nel XIX e XX secolo. Un tempo ai margini della città, paesaggi inequivocabili per la forma peculiare degli edifici industriali, tali aree sono state progressivamente inglobate nel tessuto cittadino e circondate da edifici residenziali, commerciali o a funzione mista. Elementi inconfondibili e dominanti per forma e dimensioni, i gasometri emergono per contrasto dalla complessa articolazione spaziale del luogo: sebbene nati come attrezzature produttive, l’architettura del gasometro possiede il linguaggio simbolico di tutti i tempi: la forma cilindrica li rende immediatamente e immutabilmente visibili da ogni angolazione, le linee verticali dei montanti metallici sottolineano lo slancio verso l’alto e dunque la “sacra” verticalità, la notevole altezza ne esalta la monumentalità, mentre le controventature metalliche conferiscono dinamismo alla struttura con l’intreccio delle linee di forza e quel particolare gioco di trasparenze, di pieni e di vuoti, che caratterizza la forma archetipa di questo enorme cilindro cavo. L’esperienza europea degli ultimi decenni costituisce un caso esemplare di buona archeologia industriale: si va dalla conservazione del manufatto alla sua decifrazione, al suo inserimento nel contesto, sempre nell’ottica dell’utilità sociale, intimamente concertata e connessa a soluzioni politiche locali.
La trasformazione dei gasometri dismessi: da totem spettrali a monumenti simbolo del nuovo paesaggio urbano / Pagliano, Alessandra. - STAMPA. - (2005), pp. 185-190.
La trasformazione dei gasometri dismessi: da totem spettrali a monumenti simbolo del nuovo paesaggio urbano
PAGLIANO, ALESSANDRA
2005
Abstract
c) Nel saggio si esaminano gli effetti della dismissione degli impianti produttivi della città industriale occidentale, cresciuta e sviluppatasi nel XIX e XX secolo. Un tempo ai margini della città, paesaggi inequivocabili per la forma peculiare degli edifici industriali, tali aree sono state progressivamente inglobate nel tessuto cittadino e circondate da edifici residenziali, commerciali o a funzione mista. Elementi inconfondibili e dominanti per forma e dimensioni, i gasometri emergono per contrasto dalla complessa articolazione spaziale del luogo: sebbene nati come attrezzature produttive, l’architettura del gasometro possiede il linguaggio simbolico di tutti i tempi: la forma cilindrica li rende immediatamente e immutabilmente visibili da ogni angolazione, le linee verticali dei montanti metallici sottolineano lo slancio verso l’alto e dunque la “sacra” verticalità, la notevole altezza ne esalta la monumentalità, mentre le controventature metalliche conferiscono dinamismo alla struttura con l’intreccio delle linee di forza e quel particolare gioco di trasparenze, di pieni e di vuoti, che caratterizza la forma archetipa di questo enorme cilindro cavo. L’esperienza europea degli ultimi decenni costituisce un caso esemplare di buona archeologia industriale: si va dalla conservazione del manufatto alla sua decifrazione, al suo inserimento nel contesto, sempre nell’ottica dell’utilità sociale, intimamente concertata e connessa a soluzioni politiche locali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.