I componenti dell’involucro edilizio più esposti alle insidie degli agenti atmosferici sono i cornicioni, le pensiline ed i balconi, i quali assolvono la funzione di protezione delle facciate e delle aperture verso l’esterno, convogliano le acque pluviali verso i fori di compluvio e sono sottoposti in ogni stagione alle intemperie. Gli edifici costruiti fino all’inizio del ventesimo secolo presentavano questi elementi costruttivi costituiti da blocchi di pietra lavica anche di notevole spessore, con l’avvento del calcestruzzo cementizio armato e con lo sviluppo notevole dell’edilizia abitativa, che si è avuto a partire dalla seconda metà del secolo scorso, vengono realizzati con struttura in calcestruzzo cementizio armato intonacato e sono soggetti ad un precoce ammaloramento e deterioramento. Questo problema particolarmente sentito nel mezzogiorno del nostro Paese, per la gran quantità di balconi e superfici esterne all’ambiente confinato, fa si che con una periodicità non superiore ai 20 anni è necessario provvedere al ripristino degli intonaci e delle intere facciate degli edifici, cosa che viene fatta senza rispettare la buona regola d’arte e la durabilità del prodotto edilizio. Questa ricerca mette in evidenza la tipologia delle cause che più frequentemente determinano tale inconveniente ed illustra una metodologia di ripristino e recupero studiata dall’autore e collaudata in numerosi interventi eseguiti nel napoletano.
L'ammolaremento ed il deterioramento precoce dei frontini: cause e rimedi. Illustrazione di una metodologia di ripristino e recupero collaudata in Campania / Petrella, Pasquale. - STAMPA. - 4:(2005), pp. 1673-1678. (Intervento presentato al convegno Teoria e pratica del costruire: saperi, strumenti, modelli tenutosi a Ravenna nel 27, 29 ottobre 2005).
L'ammolaremento ed il deterioramento precoce dei frontini: cause e rimedi. Illustrazione di una metodologia di ripristino e recupero collaudata in Campania
PETRELLA, PASQUALE
2005
Abstract
I componenti dell’involucro edilizio più esposti alle insidie degli agenti atmosferici sono i cornicioni, le pensiline ed i balconi, i quali assolvono la funzione di protezione delle facciate e delle aperture verso l’esterno, convogliano le acque pluviali verso i fori di compluvio e sono sottoposti in ogni stagione alle intemperie. Gli edifici costruiti fino all’inizio del ventesimo secolo presentavano questi elementi costruttivi costituiti da blocchi di pietra lavica anche di notevole spessore, con l’avvento del calcestruzzo cementizio armato e con lo sviluppo notevole dell’edilizia abitativa, che si è avuto a partire dalla seconda metà del secolo scorso, vengono realizzati con struttura in calcestruzzo cementizio armato intonacato e sono soggetti ad un precoce ammaloramento e deterioramento. Questo problema particolarmente sentito nel mezzogiorno del nostro Paese, per la gran quantità di balconi e superfici esterne all’ambiente confinato, fa si che con una periodicità non superiore ai 20 anni è necessario provvedere al ripristino degli intonaci e delle intere facciate degli edifici, cosa che viene fatta senza rispettare la buona regola d’arte e la durabilità del prodotto edilizio. Questa ricerca mette in evidenza la tipologia delle cause che più frequentemente determinano tale inconveniente ed illustra una metodologia di ripristino e recupero studiata dall’autore e collaudata in numerosi interventi eseguiti nel napoletano.File | Dimensione | Formato | |
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