Il recupero edilizio vede la significativa integrazione fra più obiettivi – la conservazione, la sostituzione e il completamento – accanto ad alti livelli di complessità e di problematicità, ponendo una particolare attenzione al costruito come patrimonio da usare e da adeguare prestazionalmente. In tal modo si aderisce a una concezione del recupero visto come una strategia complessiva del progetto di architettura per trasformare o conservare l’esistente. Innovare vuol dire sviluppare un’accezione della conservazione meno rigida, aperta ai contributi dell’industria e del progetto, concepita con un respiro culturale più ampio e finalizzata a specifici obiettivi di qualità architettonica. Le tecniche innovative rappresentano non solo un mezzo, ma costituiscono un’espressione della cultura che le genera, fornendo un contributo preliminare e significativo alla possibilità di recupero anche secondo indirizzi non ancora sperimentati. Esse diventano, quindi, risorsa intellettuale per le metodologie di progettazione, appropriate e aderenti all’attuale complessità del processo di trasformazione dell’ambiente urbano. Tutto ciò vede maggiori possibilità di attuazione in contesti periferici degradati dove minori sono i vincoli alla conservazione e maggiori le potenzialità di trasformazione. I vantaggi indotti dal recupero in termini di sostenibilità sono numerosi, poiché non si estraggono e non si lavorano materiali se non quelli necessari per la manutenzione, che risultano di gran lunga minori di quelli richiesti per gli interventi ex-novo. Le istanze di carattere ambientale, fra l’altro sostenute dal recente quadro della normativa tecnica europea e nazionale, spingono verso soluzioni che puntino sulla riconversione energetica degli edifici e sulla valutazione dei fattori ambientali come condizioni qualificanti per gli interventi di recupero. La sostenibilità del recupero si misura non solo con il risparmio di materiali, energia, suolo e acqua, ma investe le condizioni di vivibilità delle città. Riqualificare gli ambienti urbani degradati assume un valore non solo materiale ma anche di riconoscimento di valori sociali e culturali: in tal caso la sostenibilità si misura con la ricerca dell’identità dei luoghi, da restituire nelle loro qualità agli abitanti.
Le tecnologie innovative per il recupero sostenibile / Losasso, MARIO ROSARIO. - STAMPA. - (2005), pp. 63-69.
Le tecnologie innovative per il recupero sostenibile
LOSASSO, MARIO ROSARIO
2005
Abstract
Il recupero edilizio vede la significativa integrazione fra più obiettivi – la conservazione, la sostituzione e il completamento – accanto ad alti livelli di complessità e di problematicità, ponendo una particolare attenzione al costruito come patrimonio da usare e da adeguare prestazionalmente. In tal modo si aderisce a una concezione del recupero visto come una strategia complessiva del progetto di architettura per trasformare o conservare l’esistente. Innovare vuol dire sviluppare un’accezione della conservazione meno rigida, aperta ai contributi dell’industria e del progetto, concepita con un respiro culturale più ampio e finalizzata a specifici obiettivi di qualità architettonica. Le tecniche innovative rappresentano non solo un mezzo, ma costituiscono un’espressione della cultura che le genera, fornendo un contributo preliminare e significativo alla possibilità di recupero anche secondo indirizzi non ancora sperimentati. Esse diventano, quindi, risorsa intellettuale per le metodologie di progettazione, appropriate e aderenti all’attuale complessità del processo di trasformazione dell’ambiente urbano. Tutto ciò vede maggiori possibilità di attuazione in contesti periferici degradati dove minori sono i vincoli alla conservazione e maggiori le potenzialità di trasformazione. I vantaggi indotti dal recupero in termini di sostenibilità sono numerosi, poiché non si estraggono e non si lavorano materiali se non quelli necessari per la manutenzione, che risultano di gran lunga minori di quelli richiesti per gli interventi ex-novo. Le istanze di carattere ambientale, fra l’altro sostenute dal recente quadro della normativa tecnica europea e nazionale, spingono verso soluzioni che puntino sulla riconversione energetica degli edifici e sulla valutazione dei fattori ambientali come condizioni qualificanti per gli interventi di recupero. La sostenibilità del recupero si misura non solo con il risparmio di materiali, energia, suolo e acqua, ma investe le condizioni di vivibilità delle città. Riqualificare gli ambienti urbani degradati assume un valore non solo materiale ma anche di riconoscimento di valori sociali e culturali: in tal caso la sostenibilità si misura con la ricerca dell’identità dei luoghi, da restituire nelle loro qualità agli abitanti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.