L’intervento repertoria, sulla base di fonti edite ed inedite, le cerimonie pubbliche di Capua tra XV e XVI secolo, distinguendole in: 1. Cerimonie reali in Capua; 2. Cerimonie capuane che affermano il legame tra la città e la Corona, tra la città e lo Stato; 3. Cerimonie ordinarie della città. Se la ritualità è, nelle società di antico regime, non solo il linguaggio del potere ma anche l’espressione di un universo culturale condiviso dall’intera popolazione, è evidente, a giudizio di chi scrive, che anche le cerimonie del secondo tipo (“misto” per così dire), sono a tutti gli effetti cerimonie della città, manifestazione della sua religione civica. Ciò è tanto più vero nel caso di Capua, una popolosa città demaniale di Terra di Lavoro che, per ragioni geografiche e politiche e per la frequentazione continua da parte dei sovrani aragonesi, può essere considerata come una delle poche residenze reali al di fuori di Napoli. Anche in epoca spagnola le élites cittadine beneficiarono della contiguità personale, politica ed istituzionale con il centro del regno (viceré e Consiglio Collaterale).
Cerimonie regie e cerimonie civiche a Capua (secoli XV-XVI / Senatore, Francesco. - STAMPA. - 1:(2007), pp. 151-205.
Cerimonie regie e cerimonie civiche a Capua (secoli XV-XVI
SENATORE, FRANCESCO
2007
Abstract
L’intervento repertoria, sulla base di fonti edite ed inedite, le cerimonie pubbliche di Capua tra XV e XVI secolo, distinguendole in: 1. Cerimonie reali in Capua; 2. Cerimonie capuane che affermano il legame tra la città e la Corona, tra la città e lo Stato; 3. Cerimonie ordinarie della città. Se la ritualità è, nelle società di antico regime, non solo il linguaggio del potere ma anche l’espressione di un universo culturale condiviso dall’intera popolazione, è evidente, a giudizio di chi scrive, che anche le cerimonie del secondo tipo (“misto” per così dire), sono a tutti gli effetti cerimonie della città, manifestazione della sua religione civica. Ciò è tanto più vero nel caso di Capua, una popolosa città demaniale di Terra di Lavoro che, per ragioni geografiche e politiche e per la frequentazione continua da parte dei sovrani aragonesi, può essere considerata come una delle poche residenze reali al di fuori di Napoli. Anche in epoca spagnola le élites cittadine beneficiarono della contiguità personale, politica ed istituzionale con il centro del regno (viceré e Consiglio Collaterale).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.