La rete di contatti intessuta da Bernari nei territori sommersi della clandestinità attraversa le operazioni culturali ed editoriali dello scrittore come una filigrana sottile: seguendola in controluce, percepiamo la resistenza di una particolare letteratura che, formatasi nei terreni di sperimentazione degli anni Trenta, continua ad alimentare la sua natura allegorica e a proiettare le sue ombre incancellabili non solo nell’oscurità della guerra, ma anche nell’abbagliante palingenesi della Liberazione. In un tempo sospeso, in un’Italia ancora divisa a metà dalla linea gotica, Bernari pubblica il catalogo de «La Nuova Biblioteca», un’impresa editoriale iniziata clandestinamente nel febbraio ‘43, e destinata a dissolversi rapidamente, nella fitta trama di pubblicazioni del dopoguerra, fagocitata dalla produzione degli editori maggiori. Questo catalogo, pubblicato il 7 giugno 1944, nella Roma appena liberata (e recuperato soltanto nel dicembre del 1993, dal figlio dell’autore, Enrico Bernard) si rivela un utile tassello che, collocato nel vasto quadro della cultura del dopoguerra, lo allarga e lo complica. La formula di "neorealismo " (presente nelle riflessioni critiche sin dagli anni Trenta, ma destinata a diventare, nel momento di sua maggiore diffusione, sterile e limitante) andrebbe sostituita nel caso dei testi della clandestinità con quella più dinamica di neoespressionismo, capace di includere gli eccessi e le deformazioni della loro particolare scrittura. E' soprattutto l’espressionismo della seconda ondata - quello che Contini fa coincidere con la cultura degli esuli di Weimar - inteso nel suo senso lato e metaforico di tendenza, di Kunstwollen, che offre la possibilità di radunare le forme di questa narrativa e di ravvisare la coerenza e la forza semantica delle sue allegorie.
La resistenza di un editore: Carlo Bernari e la cultura della clandestinità / Acocella, Silvia. - In: NORD E SUD. - ISSN 0029-1188. - STAMPA. - nuova serie, anno XLVII, novembre-dicembre 2000(2000), pp. 84-100.
La resistenza di un editore: Carlo Bernari e la cultura della clandestinità
ACOCELLA, SILVIA
2000
Abstract
La rete di contatti intessuta da Bernari nei territori sommersi della clandestinità attraversa le operazioni culturali ed editoriali dello scrittore come una filigrana sottile: seguendola in controluce, percepiamo la resistenza di una particolare letteratura che, formatasi nei terreni di sperimentazione degli anni Trenta, continua ad alimentare la sua natura allegorica e a proiettare le sue ombre incancellabili non solo nell’oscurità della guerra, ma anche nell’abbagliante palingenesi della Liberazione. In un tempo sospeso, in un’Italia ancora divisa a metà dalla linea gotica, Bernari pubblica il catalogo de «La Nuova Biblioteca», un’impresa editoriale iniziata clandestinamente nel febbraio ‘43, e destinata a dissolversi rapidamente, nella fitta trama di pubblicazioni del dopoguerra, fagocitata dalla produzione degli editori maggiori. Questo catalogo, pubblicato il 7 giugno 1944, nella Roma appena liberata (e recuperato soltanto nel dicembre del 1993, dal figlio dell’autore, Enrico Bernard) si rivela un utile tassello che, collocato nel vasto quadro della cultura del dopoguerra, lo allarga e lo complica. La formula di "neorealismo " (presente nelle riflessioni critiche sin dagli anni Trenta, ma destinata a diventare, nel momento di sua maggiore diffusione, sterile e limitante) andrebbe sostituita nel caso dei testi della clandestinità con quella più dinamica di neoespressionismo, capace di includere gli eccessi e le deformazioni della loro particolare scrittura. E' soprattutto l’espressionismo della seconda ondata - quello che Contini fa coincidere con la cultura degli esuli di Weimar - inteso nel suo senso lato e metaforico di tendenza, di Kunstwollen, che offre la possibilità di radunare le forme di questa narrativa e di ravvisare la coerenza e la forza semantica delle sue allegorie.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.