L’analisi delle occorrenze del verbo ridere nelle opere di Paolino di Nola (Epistulae in prosa e Carmina in metro vario) evidenzia come il riso, l’ironia, il sarcasmo, l’umorismo verso gli altri e verso se stesso ricorra nell’opera paoliniana stratificandosi attraverso una fitta griglia retorica. E infatti al di là del sorriso di accoglienza e di seduzione nell’accezione più ampia, Paolino si rivela fine conoscitore di tutte le teorie del risus esposte da Cicerone nel ii libro del De oratore e di tutti gli strumenti retorici atti a suscitarlo, esposti da Quintiliano nel VI libro della Institutio oratoria. È significativo che il riso in Paolino ricorra nel triplice uso che di esso individua Quintiliano: il riso può essere tratto o dagli altri o da noi stessi o da situazioni intermedie. E in particolare ridicolizziamo le situazioni altrui o con le critiche (reprehendimus) o con le confutazioni (refutamus) o con il discredito o con le battute in replica o con le beffe (eludimus). L’analisi evidenzia le raffinatissime tecniche adottate da Paolino, il cui umorismo va sempre improntato a un comportamento consono ai dettami dell’urbanitas, quintilianamente intesa come qualità di un discorso, compreso quello spiritoso, nel quale sono evidenti i tratti di un gusto raffinato e colto.
Il ridere e il sorridere in Paolino di Nola / Piscitelli, Teresa. - STAMPA. - (2007), pp. 343-372.
Il ridere e il sorridere in Paolino di Nola
PISCITELLI, TERESA
2007
Abstract
L’analisi delle occorrenze del verbo ridere nelle opere di Paolino di Nola (Epistulae in prosa e Carmina in metro vario) evidenzia come il riso, l’ironia, il sarcasmo, l’umorismo verso gli altri e verso se stesso ricorra nell’opera paoliniana stratificandosi attraverso una fitta griglia retorica. E infatti al di là del sorriso di accoglienza e di seduzione nell’accezione più ampia, Paolino si rivela fine conoscitore di tutte le teorie del risus esposte da Cicerone nel ii libro del De oratore e di tutti gli strumenti retorici atti a suscitarlo, esposti da Quintiliano nel VI libro della Institutio oratoria. È significativo che il riso in Paolino ricorra nel triplice uso che di esso individua Quintiliano: il riso può essere tratto o dagli altri o da noi stessi o da situazioni intermedie. E in particolare ridicolizziamo le situazioni altrui o con le critiche (reprehendimus) o con le confutazioni (refutamus) o con il discredito o con le battute in replica o con le beffe (eludimus). L’analisi evidenzia le raffinatissime tecniche adottate da Paolino, il cui umorismo va sempre improntato a un comportamento consono ai dettami dell’urbanitas, quintilianamente intesa come qualità di un discorso, compreso quello spiritoso, nel quale sono evidenti i tratti di un gusto raffinato e colto.File | Dimensione | Formato | |
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