La mortalità embrionale è considerata una delle principali cause di perdita di fertilità nella specie bufalina, in particolar modo se gli animali non vengono fatti accoppiare durante la propria stagione riproduttiva, per l’applicazione della tecnica di destagionalizzazione. Il fenomeno della mortalità embrionale in animali fecondati mediante inseminazione strumentale (IS) risulta intorno al 20-40% durante le stagioni caratterizzate da un alto numero di ore di luce giornaliera, mentre si riduce al 7% nelle stagioni caratterizzate da un prevalere delle ore di buio. Ad ogni modo, una percentuale di circa il 20% di tale fenomeno sembra riguardare anche soggetti fecondati con monta naturale. Una maggiore incidenza di riassorbimenti embrionali si è osservata tra i 28 e i 60 giorni di gestazione, in bufale che avevano concepito in periodi caratterizzati da ore di luce crescente. Il fenomeno potrebbe essere almeno parzialmente spiegato con una ridotta secrezione di progesterone, il principale ormone coinvolto durante la gestazione. Un basso livello di progesterone durante la fase luteinica, infatti, è associato ad una ridotta secrezione di specifici fattori embriotrofici (in particolare le IGF-I e –II e le IGF binding proteins) nel lume oviduttale ed uterino, riducendo la crescita dell’embrione, che produce una minor quantità Interferon-τ (IFN-τ) e, di conseguenza, non è in grado di bloccare i meccanismi luteolitici. Tuttavia, altri fattori non ancora pienamente identificati contribuiscono per almeno il 40-50% dei casi. Nella specie bovina, ai fini di ridurre le perdite legate a mortalità embrionale, sono utilizzate 2 tipologie di trattamenti, quelli che prevedono la supplementazione con progesterone esogeno e quelli che stimolano la produzione di progesterone endogeno. Tuttavia, a differenza di quanto osservato nella specie bovina, trattamenti ormonali con hCG, agonisti del GnRH o progesterone effettuati 5 giorni dopo l’inseminazione strumentale non sembrano essere sempre in grado di ridurre la mortalità embrionale nella bufala. Infatti, la mortalità embrionale in quest’ultima sembra avvenire in epoca più tardiva (25-40 giorni) rispetto alla bovina, e, di conseguenza, i trattamenti dovrebbero forse essere applicati successivamente. È stato, infatti, osservato che trattamenti effettuati al 25° giorno post-inseminazione, sono in grado di incrementare la percentuale di gravidanza. Tuttavia, in quegli animali che presentano bassi livelli di progesterone sia al giorno 20 che 25, l’embrione è probabilmente compromesso, per cui i trattamenti sono inefficaci nel ridurre il fenomeno della mortalità embrionale. Da quanto esposto finora, si confermerebbe che la concentrazione di progesterone riveste un ruolo fondamentale anche nella specie bufalina, sebbene ulteriori studi siano necessari al fine di comprendere i meccanismi che sono alla base del fenomeno della mortalità embrionale e cercare di ridurne l’incidenza.

La mortalità embrionale nella specie bufalina / Neglia, Gianluca; Vecchio, D.. - STAMPA. - (2008), pp. 39-39. (Intervento presentato al convegno X Congresso Nazionale Multisala della Società Italiana Veterinari Animali da Reddito (SIVAR) tenutosi a Cremona, Italia nel 9-10 Maggio 2008).

La mortalità embrionale nella specie bufalina.

NEGLIA, GIANLUCA;
2008

Abstract

La mortalità embrionale è considerata una delle principali cause di perdita di fertilità nella specie bufalina, in particolar modo se gli animali non vengono fatti accoppiare durante la propria stagione riproduttiva, per l’applicazione della tecnica di destagionalizzazione. Il fenomeno della mortalità embrionale in animali fecondati mediante inseminazione strumentale (IS) risulta intorno al 20-40% durante le stagioni caratterizzate da un alto numero di ore di luce giornaliera, mentre si riduce al 7% nelle stagioni caratterizzate da un prevalere delle ore di buio. Ad ogni modo, una percentuale di circa il 20% di tale fenomeno sembra riguardare anche soggetti fecondati con monta naturale. Una maggiore incidenza di riassorbimenti embrionali si è osservata tra i 28 e i 60 giorni di gestazione, in bufale che avevano concepito in periodi caratterizzati da ore di luce crescente. Il fenomeno potrebbe essere almeno parzialmente spiegato con una ridotta secrezione di progesterone, il principale ormone coinvolto durante la gestazione. Un basso livello di progesterone durante la fase luteinica, infatti, è associato ad una ridotta secrezione di specifici fattori embriotrofici (in particolare le IGF-I e –II e le IGF binding proteins) nel lume oviduttale ed uterino, riducendo la crescita dell’embrione, che produce una minor quantità Interferon-τ (IFN-τ) e, di conseguenza, non è in grado di bloccare i meccanismi luteolitici. Tuttavia, altri fattori non ancora pienamente identificati contribuiscono per almeno il 40-50% dei casi. Nella specie bovina, ai fini di ridurre le perdite legate a mortalità embrionale, sono utilizzate 2 tipologie di trattamenti, quelli che prevedono la supplementazione con progesterone esogeno e quelli che stimolano la produzione di progesterone endogeno. Tuttavia, a differenza di quanto osservato nella specie bovina, trattamenti ormonali con hCG, agonisti del GnRH o progesterone effettuati 5 giorni dopo l’inseminazione strumentale non sembrano essere sempre in grado di ridurre la mortalità embrionale nella bufala. Infatti, la mortalità embrionale in quest’ultima sembra avvenire in epoca più tardiva (25-40 giorni) rispetto alla bovina, e, di conseguenza, i trattamenti dovrebbero forse essere applicati successivamente. È stato, infatti, osservato che trattamenti effettuati al 25° giorno post-inseminazione, sono in grado di incrementare la percentuale di gravidanza. Tuttavia, in quegli animali che presentano bassi livelli di progesterone sia al giorno 20 che 25, l’embrione è probabilmente compromesso, per cui i trattamenti sono inefficaci nel ridurre il fenomeno della mortalità embrionale. Da quanto esposto finora, si confermerebbe che la concentrazione di progesterone riveste un ruolo fondamentale anche nella specie bufalina, sebbene ulteriori studi siano necessari al fine di comprendere i meccanismi che sono alla base del fenomeno della mortalità embrionale e cercare di ridurne l’incidenza.
2008
La mortalità embrionale nella specie bufalina / Neglia, Gianluca; Vecchio, D.. - STAMPA. - (2008), pp. 39-39. (Intervento presentato al convegno X Congresso Nazionale Multisala della Società Italiana Veterinari Animali da Reddito (SIVAR) tenutosi a Cremona, Italia nel 9-10 Maggio 2008).
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