Il presente studio è stato condotto su due gruppi di rapaci appartenenti a due famiglie dell’ordine accipitriformi, e precisamente su 8 Poiane (Famiglia aciipitridae, specie Buteo Buteo) e su 6 Gheppi (Famiglia falconidi, specie Falco Tinnunculus), ricoverati presso l’Osservatorio delle Biodiversità, Stazione di Monitoraggio Ambientale dei Monti Picentini. I soggetti, tutti identificati e di peso omogeneo, erano confinati in cassette singole, in attesa di esami clinici, rilievi biometrici e prelievi biologici. Il protocollo anestetico adottato consisteva nella somministrazione i. m. di Atropina Solfato alla dose totale di 0,1 mg nelle poiane e di 0,05 mg nei gheppi, miscelata con Dexmedetomidina alla dose di 25 µg/Kg nelle poiane e di 75 µg/Kg nei gheppi. Dopo l’iniezione, il paziente veniva rinchiuso in una camera anestetica per piccoli animali (Matrx®) ed osservato fino al pieno raggiungimento dell’effetto dei farmaci. Il tempo intercorso tra l’iniezione (T0) e la difficoltà di mantenere la stazione eretta veniva identificato come T1. La perdita del riflesso di raddrizzamento veniva identificato come T2. Raggiunto tale stadio di sedazione, il paziente veniva estratto dalla camera anestetica, posizionato in decubito dorsale e sottoposto a rilevazione continua dell’ECG. La via aerea veniva ispezionata e liberata da eventuali secrezioni. L’anestesia veniva indotta mediante maschera anestetica, somministrando una miscela di Isoflurano (Isoflo®, Esteve) in O2, attraverso un circuito coassiale, quindi si procedeva ad intubare il paziente. Una volta stabilizzata l’anestesia, venivano effettuati l’esame clinico, i rilievi morfometrici, un prelievo di sangue e tamponi cloacali e tracheali. Al termine di tali procedure, tutti i soggetti tranne 1 gheppio ricevevano 250 µg di Atipamezolo (Antisedan® 0,5% Pfizer) i.m., quindi venivano estubati e sistemati nella propria cassetta insieme ad una fonte di calore (T3). Da tale momento veniva misurato il tempo intercorso fino al recupero del tono dei muscoli cervicali (T4) e quello fino al recupero della stazione eretta (T5). Il monitoraggio strumentale comprendeva la rilevazione continua dell’ECG, le frequenze cardiaca (FC) e respiratoria (FR), la CO2 di fine espirazione (ET-CO2), la % di Isoflurano erogato (ISO-e) e la temperatura cloacale (T°). Tutti i dati venivano riportati in cartella ogni 2’ per l’intera durata della procedura, insieme alle informazioni sui tempi e sugli effetti osservati. Il nostro campione risulta costituito da un gruppo di 8 Poiane con un peso medio di 843,1±105 grammi (MEC = 68,62 Kcal), e da un gruppo di 6 Gheppi con un peso medio di 220±8,6 grammi (MEC = 25,57 Kcal), tutti in ottimo stato di nutrizione, non omogenei per età e di sesso non sempre noto. Le dosi di Dexmedetomidina da noi impiegate, corrispondenti a ~0,37 µg/kcal nelle poiane ed a ~1 µg/kcal nei gheppi, hanno prodotto una rapida ed evidente sedazione con buona miorisoluzione in tutti i soggetti trattati. Inoltre, il grado di contenimento ottenuto è risultato idoneo a prevenire ogni reazione alle successive manipolazioni ed è rapidamente scomparso dopo la somministrazione di Atipamezolo. In particolare: l’atassia (T0-T1) insorgeva già dopo 4±1,5 minuti nelle poiane, e dopo 3,5±1 minuti nei gheppi, mentre la scomparsa del riflesso di raddrizzamento (T0-T2) insorgeva dopo 8±1,5 minuti nelle poiane, e dopo 7±1,2 minuti nei gheppi. Dopo la somministrazione di Atipamezolo, il sollevamento della testa (T3-T4) si verificava dopo 5±1minuti nelle poiane, e dopo 2±0,8 minuti nei gheppi (n. 5), mentre la stazione eretta (T3-T5) veniva recuperata dopo 3,7±1 minuti nelle poiane e dopo 3,3±1,2 minuti nei gheppi (n. 5). L’induzione con Isoflurano è risultata sempre agevole, tuttavia caratterizzata da bradipnea. Il mantenimento, durato in media 10±2 minuti, ha richiesto una % media di Isoflurano di 1±0.2% in entrambi i gruppi.
Contenimento farmacologico con Dexmedetomidina di due specie di rapaci da sottoporre ad anestesia inalatoria / Santangelo, B.; Ferrari, D.; Di Martino, I.; Belli, A.; Cordella, C.; Ricco, A.; Troisi, S. 1.; Vesce, Giovanni. - ELETTRONICO. - (2008), pp. 186-190. (Intervento presentato al convegno LXII Convegno Nazionale SISVet tenutosi a S. Benedetto del Tronto (AP) nel 24-26 settembre 2008).
Contenimento farmacologico con Dexmedetomidina di due specie di rapaci da sottoporre ad anestesia inalatoria
VESCE, GIOVANNI
2008
Abstract
Il presente studio è stato condotto su due gruppi di rapaci appartenenti a due famiglie dell’ordine accipitriformi, e precisamente su 8 Poiane (Famiglia aciipitridae, specie Buteo Buteo) e su 6 Gheppi (Famiglia falconidi, specie Falco Tinnunculus), ricoverati presso l’Osservatorio delle Biodiversità, Stazione di Monitoraggio Ambientale dei Monti Picentini. I soggetti, tutti identificati e di peso omogeneo, erano confinati in cassette singole, in attesa di esami clinici, rilievi biometrici e prelievi biologici. Il protocollo anestetico adottato consisteva nella somministrazione i. m. di Atropina Solfato alla dose totale di 0,1 mg nelle poiane e di 0,05 mg nei gheppi, miscelata con Dexmedetomidina alla dose di 25 µg/Kg nelle poiane e di 75 µg/Kg nei gheppi. Dopo l’iniezione, il paziente veniva rinchiuso in una camera anestetica per piccoli animali (Matrx®) ed osservato fino al pieno raggiungimento dell’effetto dei farmaci. Il tempo intercorso tra l’iniezione (T0) e la difficoltà di mantenere la stazione eretta veniva identificato come T1. La perdita del riflesso di raddrizzamento veniva identificato come T2. Raggiunto tale stadio di sedazione, il paziente veniva estratto dalla camera anestetica, posizionato in decubito dorsale e sottoposto a rilevazione continua dell’ECG. La via aerea veniva ispezionata e liberata da eventuali secrezioni. L’anestesia veniva indotta mediante maschera anestetica, somministrando una miscela di Isoflurano (Isoflo®, Esteve) in O2, attraverso un circuito coassiale, quindi si procedeva ad intubare il paziente. Una volta stabilizzata l’anestesia, venivano effettuati l’esame clinico, i rilievi morfometrici, un prelievo di sangue e tamponi cloacali e tracheali. Al termine di tali procedure, tutti i soggetti tranne 1 gheppio ricevevano 250 µg di Atipamezolo (Antisedan® 0,5% Pfizer) i.m., quindi venivano estubati e sistemati nella propria cassetta insieme ad una fonte di calore (T3). Da tale momento veniva misurato il tempo intercorso fino al recupero del tono dei muscoli cervicali (T4) e quello fino al recupero della stazione eretta (T5). Il monitoraggio strumentale comprendeva la rilevazione continua dell’ECG, le frequenze cardiaca (FC) e respiratoria (FR), la CO2 di fine espirazione (ET-CO2), la % di Isoflurano erogato (ISO-e) e la temperatura cloacale (T°). Tutti i dati venivano riportati in cartella ogni 2’ per l’intera durata della procedura, insieme alle informazioni sui tempi e sugli effetti osservati. Il nostro campione risulta costituito da un gruppo di 8 Poiane con un peso medio di 843,1±105 grammi (MEC = 68,62 Kcal), e da un gruppo di 6 Gheppi con un peso medio di 220±8,6 grammi (MEC = 25,57 Kcal), tutti in ottimo stato di nutrizione, non omogenei per età e di sesso non sempre noto. Le dosi di Dexmedetomidina da noi impiegate, corrispondenti a ~0,37 µg/kcal nelle poiane ed a ~1 µg/kcal nei gheppi, hanno prodotto una rapida ed evidente sedazione con buona miorisoluzione in tutti i soggetti trattati. Inoltre, il grado di contenimento ottenuto è risultato idoneo a prevenire ogni reazione alle successive manipolazioni ed è rapidamente scomparso dopo la somministrazione di Atipamezolo. In particolare: l’atassia (T0-T1) insorgeva già dopo 4±1,5 minuti nelle poiane, e dopo 3,5±1 minuti nei gheppi, mentre la scomparsa del riflesso di raddrizzamento (T0-T2) insorgeva dopo 8±1,5 minuti nelle poiane, e dopo 7±1,2 minuti nei gheppi. Dopo la somministrazione di Atipamezolo, il sollevamento della testa (T3-T4) si verificava dopo 5±1minuti nelle poiane, e dopo 2±0,8 minuti nei gheppi (n. 5), mentre la stazione eretta (T3-T5) veniva recuperata dopo 3,7±1 minuti nelle poiane e dopo 3,3±1,2 minuti nei gheppi (n. 5). L’induzione con Isoflurano è risultata sempre agevole, tuttavia caratterizzata da bradipnea. Il mantenimento, durato in media 10±2 minuti, ha richiesto una % media di Isoflurano di 1±0.2% in entrambi i gruppi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.