Il lavoro esamina la crisi dei paradigmi interpretativi sul cui fondamento è stata ricostruita la nozione giuridica di cittadinanza; che è crisi dei capisaldi teorici da cui si è preso per lungo tempo avvio: soggezione permanente allo Stato; rapporto con la sovranità; esclusività. Gioca anzitutto l’erosione della sovranità degli Stati nazione, verso l’esterno in forza dei processi di integrazione, e verso l’interno con l’espansione delle autonomie territoriali. E la dimensione dei flussi migratori preme per un nuovo apparato concettuale. Innanzi a queste trasformazioni, la scienza giuridica asseconda talvolta tendenze a ibridare concetti sociologici senza le mediazioni imposte dal mutamento di contesto teorico; talaltra, anche per opposizione, per rideterminare i confini dell’approccio specifico della scienza giuridica, ripropone concetti cardine risalenti e consolidati (ma anche obsoleti). Per una nuova architettura ricostruttiva occorre considerare che: la cittadinanza si è immessa nel flusso storico del costituzionalismo, risultandone mutata in un suo tratto fondante, poiché non è più monopolio di uno solo centro ordinatore, ma è dislocata, policentrica, poliarchica; il processo dislocativo della cittadinanza si è andato compiendo anche verso i soggetti di autonomia. Il saggio esamina dunque anche le esperienze, che, specie nei Comuni, si sono caratterizzate per il riconoscimento agli stranieri di diritti tipicamente connessi alla cittadinanza. In conclusione, un nuovo paradigma interpretativo della cittadinanza, capace di tener conto dei fenomeni migratori come connotato strutturale dell’assetto globalizzato del mondo, dovrà collocarsi in una linea di espansione e universalizzazione dei diritti.
Migrazioni e paradigmi della cittadinanza: alcune questioni di metodo / Staiano, Sandro. - In: FEDERALISMI.IT. - ISSN 1826-3534. - ELETTRONICO. - 21(2008), pp. 1-33.
Migrazioni e paradigmi della cittadinanza: alcune questioni di metodo
STAIANO, SANDRO
2008
Abstract
Il lavoro esamina la crisi dei paradigmi interpretativi sul cui fondamento è stata ricostruita la nozione giuridica di cittadinanza; che è crisi dei capisaldi teorici da cui si è preso per lungo tempo avvio: soggezione permanente allo Stato; rapporto con la sovranità; esclusività. Gioca anzitutto l’erosione della sovranità degli Stati nazione, verso l’esterno in forza dei processi di integrazione, e verso l’interno con l’espansione delle autonomie territoriali. E la dimensione dei flussi migratori preme per un nuovo apparato concettuale. Innanzi a queste trasformazioni, la scienza giuridica asseconda talvolta tendenze a ibridare concetti sociologici senza le mediazioni imposte dal mutamento di contesto teorico; talaltra, anche per opposizione, per rideterminare i confini dell’approccio specifico della scienza giuridica, ripropone concetti cardine risalenti e consolidati (ma anche obsoleti). Per una nuova architettura ricostruttiva occorre considerare che: la cittadinanza si è immessa nel flusso storico del costituzionalismo, risultandone mutata in un suo tratto fondante, poiché non è più monopolio di uno solo centro ordinatore, ma è dislocata, policentrica, poliarchica; il processo dislocativo della cittadinanza si è andato compiendo anche verso i soggetti di autonomia. Il saggio esamina dunque anche le esperienze, che, specie nei Comuni, si sono caratterizzate per il riconoscimento agli stranieri di diritti tipicamente connessi alla cittadinanza. In conclusione, un nuovo paradigma interpretativo della cittadinanza, capace di tener conto dei fenomeni migratori come connotato strutturale dell’assetto globalizzato del mondo, dovrà collocarsi in una linea di espansione e universalizzazione dei diritti.File | Dimensione | Formato | |
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