Il dialogo tra i conservatori ed i tecnici della rappresentazione può fornire contributi rilevanti se i primi cercano di avvicinarsi alle nuove possibilità offerte dagli sviluppi della tecnica costantemente in evoluzione e posseggono la conoscenza delle tecniche di rilevamento e se, nel contempo, gli specialisti della rappresentazione sono consapevoli che il restauro – strumento tecnico per il raggiungimento della conservazione come fine – si basa sulla comprensione storico-critica, tecnica e materica del manufatto, fornita non certo dalla sommatoria dei contributi delle singole discipline, ma dalla integrazione di essi e dalla loro reciproca e mutua verifica. Nel saggio si fa riferimento alla positiva esperienza interdisciplinare avvenuta tra esperti della conservazione e delle tecniche di rilevamento, a partire dalla fine degli anni Ottanta, presso la Scuola di specializzazione in Restauro dei monumenti di Napoli, che ha portato alla creazione del software (Archis) per il rilevamento delle cortine edilizie delle città storiche del Mediterraneo. A partire dai risultati di tale importante esperienza, l’autrice ha proseguito l’approfondimento dei temi concernenti l’apporto delle tecniche di rilevamento alla conoscenza del patrimonio architettonico, archeologico ed ambientale, promuovendo ed organizzando annualmente Simposi nazionali, che hanno consentito proficui scambi d’esperienze, sia per gli specialisti che per gli allievi intervenuti, sullo stato di avanzamento della ricerca i cui risultati sono stati pubblicati, così come quelli dal 2003 al 2007, contenuti nel volume “Il cantiere della conoscenza. Metodologie e strumenti per la conservazione ed il restauro”. Il saggio inquadra, poi, l’apporto delle tecniche di rilevamento nella più generale metodologia della progettazione della conservazione e del restauro architettonico, archeologico ed ambientale che si basa su tre momenti essenziali: a) quello della “connotazione” che consente di conoscere con la necessaria comprensione critica il manufatto; b) quello della “diagnosi” in cui si esegue la lettura ed il riconoscimento dello stato di degrado e si individuano tutti i mezzi disponibili per assicurare la conservazione fisica dell’opera; c) quello della definizione del “progetto” attraverso il quale avviene l’utilizzazione del manufatto, nei limiti che consente la conservazione integrata. Recenti orientamenti di ricerca tendono a considerare il rilievo come un basilare strumento d’analisi dei processi e dello stato di degrado del manufatto, in una prospettiva più attenta alle questioni di manutenzione e di conservazione che a quelle tradizionali di restauro, utilizzando le tecniche di rilevamento come strumento per la diagnosi preventiva del manufatto esaminato e come strumento d’indagine non distruttiva. In tal modo il rilievo, pur conservando i suoi caratteri tradizionali, risulta ampliato nei metodi, nei significati e nelle motivazioni. Nel registrare la progressiva ed ormai ampia diffusione degli strumenti informatici, che diventano sempre più raffinati (dal laser-scanner al laser radar, dal geo-radar al T-Scan e al T-Cam, per citarne solo alcuni) l’autrice fa riferimento, citando numerosi esempi, ai contributi forniti all’ avanzamento della ricerca e della sperimentazione ai fini della conservazione e del restauro, che vanno dallo studio e dalla classificazione del degrado ai problemi di consolidamento e restauro delle superfici intonacate e tinteggiate, ed alla indagine sugli antichi sistemi costruttivi e strutturali.
Integrazione di metodologie per la conservazione ed il restauro / Genovese, ROSA ANNA. - STAMPA. - (2008), pp. 11-28.
Integrazione di metodologie per la conservazione ed il restauro
GENOVESE, ROSA ANNA
2008
Abstract
Il dialogo tra i conservatori ed i tecnici della rappresentazione può fornire contributi rilevanti se i primi cercano di avvicinarsi alle nuove possibilità offerte dagli sviluppi della tecnica costantemente in evoluzione e posseggono la conoscenza delle tecniche di rilevamento e se, nel contempo, gli specialisti della rappresentazione sono consapevoli che il restauro – strumento tecnico per il raggiungimento della conservazione come fine – si basa sulla comprensione storico-critica, tecnica e materica del manufatto, fornita non certo dalla sommatoria dei contributi delle singole discipline, ma dalla integrazione di essi e dalla loro reciproca e mutua verifica. Nel saggio si fa riferimento alla positiva esperienza interdisciplinare avvenuta tra esperti della conservazione e delle tecniche di rilevamento, a partire dalla fine degli anni Ottanta, presso la Scuola di specializzazione in Restauro dei monumenti di Napoli, che ha portato alla creazione del software (Archis) per il rilevamento delle cortine edilizie delle città storiche del Mediterraneo. A partire dai risultati di tale importante esperienza, l’autrice ha proseguito l’approfondimento dei temi concernenti l’apporto delle tecniche di rilevamento alla conoscenza del patrimonio architettonico, archeologico ed ambientale, promuovendo ed organizzando annualmente Simposi nazionali, che hanno consentito proficui scambi d’esperienze, sia per gli specialisti che per gli allievi intervenuti, sullo stato di avanzamento della ricerca i cui risultati sono stati pubblicati, così come quelli dal 2003 al 2007, contenuti nel volume “Il cantiere della conoscenza. Metodologie e strumenti per la conservazione ed il restauro”. Il saggio inquadra, poi, l’apporto delle tecniche di rilevamento nella più generale metodologia della progettazione della conservazione e del restauro architettonico, archeologico ed ambientale che si basa su tre momenti essenziali: a) quello della “connotazione” che consente di conoscere con la necessaria comprensione critica il manufatto; b) quello della “diagnosi” in cui si esegue la lettura ed il riconoscimento dello stato di degrado e si individuano tutti i mezzi disponibili per assicurare la conservazione fisica dell’opera; c) quello della definizione del “progetto” attraverso il quale avviene l’utilizzazione del manufatto, nei limiti che consente la conservazione integrata. Recenti orientamenti di ricerca tendono a considerare il rilievo come un basilare strumento d’analisi dei processi e dello stato di degrado del manufatto, in una prospettiva più attenta alle questioni di manutenzione e di conservazione che a quelle tradizionali di restauro, utilizzando le tecniche di rilevamento come strumento per la diagnosi preventiva del manufatto esaminato e come strumento d’indagine non distruttiva. In tal modo il rilievo, pur conservando i suoi caratteri tradizionali, risulta ampliato nei metodi, nei significati e nelle motivazioni. Nel registrare la progressiva ed ormai ampia diffusione degli strumenti informatici, che diventano sempre più raffinati (dal laser-scanner al laser radar, dal geo-radar al T-Scan e al T-Cam, per citarne solo alcuni) l’autrice fa riferimento, citando numerosi esempi, ai contributi forniti all’ avanzamento della ricerca e della sperimentazione ai fini della conservazione e del restauro, che vanno dallo studio e dalla classificazione del degrado ai problemi di consolidamento e restauro delle superfici intonacate e tinteggiate, ed alla indagine sugli antichi sistemi costruttivi e strutturali.File | Dimensione | Formato | |
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