Nella Regione Campania è tipico l’allevamento della bufala che conta più di 250.000 capi. Ogni capo produce un fatturato di oltre 2000 euro l’anno (oltre 4000 con la caseificazione). Pertanto, la filiera del bufalo è la più importante attività agricola della regione per fatturato. Il sistema di mungitura automatica (AMS), ben studiato sulle vacche da latte, non è stato ancora testato sulla bufala ed in bibliografia non sono riportate applicazioni alla specie. Negli allevamenti di vacche, l’installazione dell’AMS produce degli indubbi vantaggi nella gestione, con ripercussioni positive anche sulla qualità e quantità del lavoro dei mungitori. Per le vacche, un gruppo di mungitura, caratterizzato da 4 poste robotizzate, è in grado di gestire tra i 200 ed i 240 capi. E’ stato dimostrato che, aumentando la frequenza di mungitura da due a tre volte al giorno, si verifica un aumento della produzione lattea che varia tra il 6 ed il 25% sul totale della lattazione. La produzione di latte di bufala è circa la metà di quella della vacca e non è stato ancora studiato l'effetto dell’aumento della frequenza di mungitura sulla produzione del latte. Il comportamento generale della bufala è molto diverso da quello delle vacche e non ci sono conoscenze su come sia meglio organizzare l’accesso alla posta robotizzata nelle stalle. Con questa ricerca è stato valutato l'effetto dell’introduzione di questa tecnologia in un allevamento bufalino a Eboli (SA) nel 2008. L'azienda, prima dell’introduzione dell’AMS, produceva latte con il 9% di grassi e il 4,7 % di proteine mungendo con un impianto tradizionale a tandem 5+5. Il sistema è stato affiancato da 4 poste robotizzate in una nuova stalla. A questo nuovo impianto sono state destinate prevalentemente delle primipare. I risultati di questi primi mesi di sperimentazione non sono stati sempre entusiasmanti. La percentuale di animali risultati non idonei riferita alle pluripare è stata alta, mentre, notevolmente inferiore se riferita alle primipare. Gli incrementi di produzione non hanno eguagliato quelli che vengono normalmente conseguiti per le vacche da latte.
Applicazione di un sistema di mungitura robotizzata alla bufala / Faugno, Salvatore; Infascelli, R.; Boccia, Lorenzo. - ELETTRONICO. - (2009), pp. 277-277. (Intervento presentato al convegno Ricerca e innovazione nell’ingegneria dei biosistemi agro-territoriali - IX Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana di Ingegneria Agraria tenutosi a Ischia Porto (NA) nel 12-16 settembre 2009).
Applicazione di un sistema di mungitura robotizzata alla bufala
FAUGNO, SALVATORE;BOCCIA, LORENZO
2009
Abstract
Nella Regione Campania è tipico l’allevamento della bufala che conta più di 250.000 capi. Ogni capo produce un fatturato di oltre 2000 euro l’anno (oltre 4000 con la caseificazione). Pertanto, la filiera del bufalo è la più importante attività agricola della regione per fatturato. Il sistema di mungitura automatica (AMS), ben studiato sulle vacche da latte, non è stato ancora testato sulla bufala ed in bibliografia non sono riportate applicazioni alla specie. Negli allevamenti di vacche, l’installazione dell’AMS produce degli indubbi vantaggi nella gestione, con ripercussioni positive anche sulla qualità e quantità del lavoro dei mungitori. Per le vacche, un gruppo di mungitura, caratterizzato da 4 poste robotizzate, è in grado di gestire tra i 200 ed i 240 capi. E’ stato dimostrato che, aumentando la frequenza di mungitura da due a tre volte al giorno, si verifica un aumento della produzione lattea che varia tra il 6 ed il 25% sul totale della lattazione. La produzione di latte di bufala è circa la metà di quella della vacca e non è stato ancora studiato l'effetto dell’aumento della frequenza di mungitura sulla produzione del latte. Il comportamento generale della bufala è molto diverso da quello delle vacche e non ci sono conoscenze su come sia meglio organizzare l’accesso alla posta robotizzata nelle stalle. Con questa ricerca è stato valutato l'effetto dell’introduzione di questa tecnologia in un allevamento bufalino a Eboli (SA) nel 2008. L'azienda, prima dell’introduzione dell’AMS, produceva latte con il 9% di grassi e il 4,7 % di proteine mungendo con un impianto tradizionale a tandem 5+5. Il sistema è stato affiancato da 4 poste robotizzate in una nuova stalla. A questo nuovo impianto sono state destinate prevalentemente delle primipare. I risultati di questi primi mesi di sperimentazione non sono stati sempre entusiasmanti. La percentuale di animali risultati non idonei riferita alle pluripare è stata alta, mentre, notevolmente inferiore se riferita alle primipare. Gli incrementi di produzione non hanno eguagliato quelli che vengono normalmente conseguiti per le vacche da latte.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.