La processione del 2 giugno commemorava la presa di Napoli da parte di Alfonso il Magnanimo, avvenuta nel 1442 dopo sette anni di guerra contro Renato d’Angiò. La processione, che come confermano nuove attestazioni documentarie ebbe luogo regolarmente in età aragonese, si ispirò a modelli iberici, ebbe un carattere prevalentemente militare al tempo di Alfonso, cortigiano al tempo del figlio Ferrante. Essa partiva dall’interno della città si chiudeva con una celebrazione liturgica nella chiesa di S. Maria della Pace in Campovecchio, nella pianura a oriente di Napoli, dove il Magnanimo era accampato. Particolare attenzione è data alle suggestioni di cui si caricò Campovecchio nei giorni stessi dell’assedio e all'importanza economica dell'intera area, occupata materialmente e simbolicamente dalla Corona. Viene contestata la tradizionale identificazione della chiesa, fondata dallo stesso Magnanimo e scomparsa già a metà Cinquecento, con quella omonima che ancora oggi si trova all’interno dell’ospedale cittadino dell’Annunziata
La processione del 2 giugno nella Napoli aragonese e la cappella di S. Maria della Pace in Campovecchio / Senatore, Francesco. - In: ANNALI DI STORIA MODERNA E CONTEMPORANEA. - ISSN 1124-0296. - STAMPA. - 16:(2010), pp. 343-361.
La processione del 2 giugno nella Napoli aragonese e la cappella di S. Maria della Pace in Campovecchio
SENATORE, FRANCESCO
2010
Abstract
La processione del 2 giugno commemorava la presa di Napoli da parte di Alfonso il Magnanimo, avvenuta nel 1442 dopo sette anni di guerra contro Renato d’Angiò. La processione, che come confermano nuove attestazioni documentarie ebbe luogo regolarmente in età aragonese, si ispirò a modelli iberici, ebbe un carattere prevalentemente militare al tempo di Alfonso, cortigiano al tempo del figlio Ferrante. Essa partiva dall’interno della città si chiudeva con una celebrazione liturgica nella chiesa di S. Maria della Pace in Campovecchio, nella pianura a oriente di Napoli, dove il Magnanimo era accampato. Particolare attenzione è data alle suggestioni di cui si caricò Campovecchio nei giorni stessi dell’assedio e all'importanza economica dell'intera area, occupata materialmente e simbolicamente dalla Corona. Viene contestata la tradizionale identificazione della chiesa, fondata dallo stesso Magnanimo e scomparsa già a metà Cinquecento, con quella omonima che ancora oggi si trova all’interno dell’ospedale cittadino dell’AnnunziataFile | Dimensione | Formato | |
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