“Non sono uguali la stirpe degli dèi immortali e quella degli uomini che camminano sulla terra”, ricorda perentorio Apollo a Diomede (Iliade, V, 441-442); a guardarli dall’alto dell’Olimpo, appaiono simili a foglie i miseri mortali, che “ora rigogliosi fioriscono e dei frutti della terra si nutrono, ora appassiscono e muoiono” (Iliade, XXI, 464-466). Immortale e e sempre giovane, o più esattamente a-thanatos, “immune alla morte”, e a-geraos, “immune alla vecchiaia”, il dio si definisce per contrasto con l’essere umano, condannato per sua natura a un’esistenza effimera, destinato com’è al deperimento e all’estinzione della forza vitale. Ma qual è dunque l’origine della stirpe umana e che ruolo assegna agli dèi la tradizione greca nella nascita dell’uomo e nella definizione della sua condizione?
Gli dèi e la fabbricazione dell’umano / Pironti, Gabriella. - STAMPA. - (2012), pp. 550-554.
Gli dèi e la fabbricazione dell’umano
PIRONTI, GABRIELLA
2012
Abstract
“Non sono uguali la stirpe degli dèi immortali e quella degli uomini che camminano sulla terra”, ricorda perentorio Apollo a Diomede (Iliade, V, 441-442); a guardarli dall’alto dell’Olimpo, appaiono simili a foglie i miseri mortali, che “ora rigogliosi fioriscono e dei frutti della terra si nutrono, ora appassiscono e muoiono” (Iliade, XXI, 464-466). Immortale e e sempre giovane, o più esattamente a-thanatos, “immune alla morte”, e a-geraos, “immune alla vecchiaia”, il dio si definisce per contrasto con l’essere umano, condannato per sua natura a un’esistenza effimera, destinato com’è al deperimento e all’estinzione della forza vitale. Ma qual è dunque l’origine della stirpe umana e che ruolo assegna agli dèi la tradizione greca nella nascita dell’uomo e nella definizione della sua condizione?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.