Il lavoro presentato tratta dei mezzi linguistici atti a creare la coesione discorsiva in testi di natura descrittiva, con particolare riferimento agli elementi deittici, confrontando un corpus di lingue germaniche ad un corpus di lingue romanze. I dati analizzati consistono in produzioni testuali orali e comprendono sia testi in lingua materna (L1) sia testi in lingua seconda/straniera (L2). Gli informatori hanno descritto un'immagine ad un ascoltatore che non poteva vederla. Il nostro confronto interlinguistico dimostra, in accordo con Carroll et al. (2000), che le opzioni selezionate per il mantenimento referenziale in un compito spaziale statico riflettono principi di natura tipologica differenti, che sono associati a pattern di grammaticalizzazione altrettanto diversi: a) le lingue germaniche condividono alcuni strumenti avverbiali per la coesione testuale (ingl. here/ there; ted. hier/da/dort/daneben ecc.; sved. då/där/här/här/bredvid ecc.) che non sono invece impiegati dai parlanti nativi di lingue romanze, sebbene anche questi abbiano a disposizione, nel proprio vocabolario L1, alcuni strumenti equivalenti (it. qui/qua/lì/là/lì vicino..; fr. ici/là/là dessous..; sp. aquí/acá/ahí/allí/allá/aquí cerca..); b) le strutture linguistiche che riflettono i principi base dell’organizzazione discorsiva delle informazioni sono difficili da acquisire, in quanto l'apprendente deve riuscire ad identificare l’insieme di relazioni forma-funzione correlate ai diversi domini concettuali implicati; c) gli apprendenti tendono ad impiegare strumenti di coesione discorsiva vicini a quelli della L1, il che prova la loro difficoltà nel rivedere la prospettiva della propria lingua materna. I dati in L1 dimostrano che le lingue germaniche si focalizzano – anche se in modo differente – sul concetto di “spazio” attraverso la selezione degli strumenti sopra citati (deittici o deittici + avverbi), contrariamente ai parlanti di lingue romanze, che sembrano prestare una maggiore attenzione agli “oggetti” marcando il mantenimento referenziale attraverso i sintagmi preposizionali pieni o i loro equivalenti. Quanto ai dati in L2, essi mostrano come gli apprendenti modellino la selezione delle informazioni e degli strumenti di coesione linguistica attraverso la prospettiva “orientata verso lo spazio” o “verso gli oggetti” imposta dalla propria L1.
L'impiego dei deittici nei testi descrittivi: un confronto tra lingue germaniche e lingue romanze / Giuliano, Patrizia. - (2011).
L'impiego dei deittici nei testi descrittivi: un confronto tra lingue germaniche e lingue romanze.
GIULIANO, PATRIZIA
2011
Abstract
Il lavoro presentato tratta dei mezzi linguistici atti a creare la coesione discorsiva in testi di natura descrittiva, con particolare riferimento agli elementi deittici, confrontando un corpus di lingue germaniche ad un corpus di lingue romanze. I dati analizzati consistono in produzioni testuali orali e comprendono sia testi in lingua materna (L1) sia testi in lingua seconda/straniera (L2). Gli informatori hanno descritto un'immagine ad un ascoltatore che non poteva vederla. Il nostro confronto interlinguistico dimostra, in accordo con Carroll et al. (2000), che le opzioni selezionate per il mantenimento referenziale in un compito spaziale statico riflettono principi di natura tipologica differenti, che sono associati a pattern di grammaticalizzazione altrettanto diversi: a) le lingue germaniche condividono alcuni strumenti avverbiali per la coesione testuale (ingl. here/ there; ted. hier/da/dort/daneben ecc.; sved. då/där/här/här/bredvid ecc.) che non sono invece impiegati dai parlanti nativi di lingue romanze, sebbene anche questi abbiano a disposizione, nel proprio vocabolario L1, alcuni strumenti equivalenti (it. qui/qua/lì/là/lì vicino..; fr. ici/là/là dessous..; sp. aquí/acá/ahí/allí/allá/aquí cerca..); b) le strutture linguistiche che riflettono i principi base dell’organizzazione discorsiva delle informazioni sono difficili da acquisire, in quanto l'apprendente deve riuscire ad identificare l’insieme di relazioni forma-funzione correlate ai diversi domini concettuali implicati; c) gli apprendenti tendono ad impiegare strumenti di coesione discorsiva vicini a quelli della L1, il che prova la loro difficoltà nel rivedere la prospettiva della propria lingua materna. I dati in L1 dimostrano che le lingue germaniche si focalizzano – anche se in modo differente – sul concetto di “spazio” attraverso la selezione degli strumenti sopra citati (deittici o deittici + avverbi), contrariamente ai parlanti di lingue romanze, che sembrano prestare una maggiore attenzione agli “oggetti” marcando il mantenimento referenziale attraverso i sintagmi preposizionali pieni o i loro equivalenti. Quanto ai dati in L2, essi mostrano come gli apprendenti modellino la selezione delle informazioni e degli strumenti di coesione linguistica attraverso la prospettiva “orientata verso lo spazio” o “verso gli oggetti” imposta dalla propria L1.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.