La disciplina del restauro registra, negli ultimi decenni, una particolare evoluzione basata sulla multidisciplinarietà con l’obiettivo del miglioramento dell’habitat (Carta di Washington, 1987). Tra i traguardi culturali della cultura della conservazione non può non rammentarsi la Dichiarazione di Amsterdam che già nel 1975 sanciva la necessità di integrazione delle politiche di conservazione con quelle urbanistiche e più propriamente economiche di un paese, ritenendo l’attività di conservazione alla stregua di motore di sviluppo globale. Oggi i nuovi e sempre più incalzanti compiti che la disciplina urbanistica ed architettonica nel loro complesso sono chiamati a fronteggiare comprendono il problema del miglioramento energetico in termini di efficienza e di risparmio dell’ambito delle economie globali. Il contributo mira a mettere a fuoco i complessi aspetti riguardanti la rigenerazione dei centri storici che si pone accanto, e non in antagonismo con i processi di riqualificazione dei tessuti urbani storici dove l’esigenza del risparmio energetico a livello mondiale spinge a utilizzare tecnologie innovative e alternative. Tuttavia, se nel campo della conservazione sono consolidati i principi teorici di intervento nei tessuti storici, sono tutti da revisionare i meccanismi relativi di attuazione, in quanto su di essi pesano non poche criticità: in Italia, ad esempio, mancando una legge di coordinamento e di indirizzo nazionale per la salvaguardia e la valorizzazione dei centri storici, proliferano leggi regionali ispirate a criteri disomogenei con il risultato che nei centri storici di regioni confinanti si applicano regole del tutto diverse che determinano un quadro generale del tutto frammentario e discutibile. Di fronte alle direttive europee approvate a partire dal 2002 sul tema in questione l’Italia ha applicato soluzioni che rinviano il problema e, dunque, escludendo dall’applicazione di specifici decreti l’edilizia vincolata, laddove il miglioramento del rendimento energetico implicherebbe un’alterazione inaccettabile del loro carattere o aspetto con particolare riferimento ai caratteri storici o artistici. Il presente contributo indagherà tali problematiche, cercando anche di evidenziare come per il miglioramento energetico possano ripristinarsi sistemi costruttivi ed espedienti messi in atto dagli antichi costruttori. Comprendere il valore dell’architettura storica ma anche le sue componenti strutturali ed impiantistiche significa conoscenza critica e interpretativa indispensabile a coloro che si dedicano alla riqualificazione dei centri storici, e che contrasta evidentemente con una pedissequa applicazione delle nuove tecnologie ad edifici di valore storico trattati come meri contenitori edilizi. Tutto ciò tenendo ben presente che solo nell’integrazione dei settori ed nel lavoro simultaneo sul complesso delle “parti” urbane (periferie e centro storico) si consente il miglioramento delle condizioni di vita delle e nelle nostre città storiche.
Centri storici ed efficienza energetica per la conservazione dell’identità urbana / Marino, Bianca; Aveta, Aldo. - (2012), pp. 377-387.
Centri storici ed efficienza energetica per la conservazione dell’identità urbana
MARINO, BIANCA;AVETA, ALDO
2012
Abstract
La disciplina del restauro registra, negli ultimi decenni, una particolare evoluzione basata sulla multidisciplinarietà con l’obiettivo del miglioramento dell’habitat (Carta di Washington, 1987). Tra i traguardi culturali della cultura della conservazione non può non rammentarsi la Dichiarazione di Amsterdam che già nel 1975 sanciva la necessità di integrazione delle politiche di conservazione con quelle urbanistiche e più propriamente economiche di un paese, ritenendo l’attività di conservazione alla stregua di motore di sviluppo globale. Oggi i nuovi e sempre più incalzanti compiti che la disciplina urbanistica ed architettonica nel loro complesso sono chiamati a fronteggiare comprendono il problema del miglioramento energetico in termini di efficienza e di risparmio dell’ambito delle economie globali. Il contributo mira a mettere a fuoco i complessi aspetti riguardanti la rigenerazione dei centri storici che si pone accanto, e non in antagonismo con i processi di riqualificazione dei tessuti urbani storici dove l’esigenza del risparmio energetico a livello mondiale spinge a utilizzare tecnologie innovative e alternative. Tuttavia, se nel campo della conservazione sono consolidati i principi teorici di intervento nei tessuti storici, sono tutti da revisionare i meccanismi relativi di attuazione, in quanto su di essi pesano non poche criticità: in Italia, ad esempio, mancando una legge di coordinamento e di indirizzo nazionale per la salvaguardia e la valorizzazione dei centri storici, proliferano leggi regionali ispirate a criteri disomogenei con il risultato che nei centri storici di regioni confinanti si applicano regole del tutto diverse che determinano un quadro generale del tutto frammentario e discutibile. Di fronte alle direttive europee approvate a partire dal 2002 sul tema in questione l’Italia ha applicato soluzioni che rinviano il problema e, dunque, escludendo dall’applicazione di specifici decreti l’edilizia vincolata, laddove il miglioramento del rendimento energetico implicherebbe un’alterazione inaccettabile del loro carattere o aspetto con particolare riferimento ai caratteri storici o artistici. Il presente contributo indagherà tali problematiche, cercando anche di evidenziare come per il miglioramento energetico possano ripristinarsi sistemi costruttivi ed espedienti messi in atto dagli antichi costruttori. Comprendere il valore dell’architettura storica ma anche le sue componenti strutturali ed impiantistiche significa conoscenza critica e interpretativa indispensabile a coloro che si dedicano alla riqualificazione dei centri storici, e che contrasta evidentemente con una pedissequa applicazione delle nuove tecnologie ad edifici di valore storico trattati come meri contenitori edilizi. Tutto ciò tenendo ben presente che solo nell’integrazione dei settori ed nel lavoro simultaneo sul complesso delle “parti” urbane (periferie e centro storico) si consente il miglioramento delle condizioni di vita delle e nelle nostre città storiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.