Le scienze sociali sono, da tempo, ad un bivio. Molti le identificano ancora, in modo riduttivo e semplicistico, come una branca del sapere umanistico o una deriva della cultura storica, altri le connettono, in maniera automatica e spesso ingenua, alla sfera dell’indagine economica e politica. Ma il modo, vorremmo dire lo stile, con cui i nessi vengono di volta in volta, istituiti, è tale da concorrere alla definizione di un quadro prospettico che al momento appare poco confortante. Le ragioni della crisi risalgono, forse, sin alle prime fasi di nascita e sviluppo della sociologia, poiché non si sono mai risolte le questioni che riguardano l’identità specifica della disciplina, le sue prioritarie finalità ed i metodi più adatti. Ma i numerosi approcci, le diverse prospettive di studio, i tentativi di circoscrivere l’ambito concettuale, se hanno, per molti aspetti, indebolito la sociologia, sono anche riuscite, però, a riflettere la ineludibile “complessità” che connota il processo di conoscenza in campo sociale, in riferimento anche e soprattutto alle sue fitte connessioni disciplinari. Nata sotto l’egida del pensiero positivista, del tentativo di connettersi alla sfera hard delle scienze, la sociologia si è allo stesso tempo evoluta anche grazie alla dimensione del racconto, della rappresentazione, della “fotografia”, stabilendo così un dialogo fecondo e intenso con la letteratura, con l’ambito dell’espressività, l’arte, la fiction e più generalmente la dimensione dell’immaginario. Cos’è, dunque, oggi la sociologia? Quando nacque, il sapere sociologico, contendeva, alla narrazione letteraria, la capacità di fornire “costruzioni” credibili e persino “misurabili” della realtà sociale. Oltre a descrivere, però, la sociologia era, in quanto scienza, anche chiamata a spiegare i fenomeni, a comprenderne le cause che li originavano, a rispondere a tanti “perché?”, insomma a risolvere problemi. Ed è per questo, perciò, che al principio del suo sviluppo, tenterà di avvalersi quanto più è possibile, di metodologie empiriche, atte a garantirne l' “oggettività” della conoscenza. Col passare degli anni la sociologia ha non solo variamente rielaborato metodi di pertinenza di altre discipline, ma ha anche proposto propri strumenti di indagine, interagendo volentieri con le scienze fisico-naturali ma anche col sapere umanistico. Quante volte, infatti, la scienza ha tracimato nell’immaginario? Quante volte l’immaginario è stato il motore di “scoperte” scientifiche? Scienza e letteratura sono, dunque, frontiere della sociologia, approdi di un sapere che si nutre di racconti, intuizioni, narrazioni, affreschi storici, ma anche di possibilità che derivano dall’uso di dispositivi tecnologici tradizionali e innovativi. Sociologia e narrativa, ricerca scientifica e traiettorie culturali, conoscenza fattuale e sentimento mitico, approccio analitico e ricerca della verità, consapevolezza della caducità e tensione verso l’assoluto, contingenza e universalismo, pragmatismo e spiritualità, si influenzano reciprocamente, alimentandosi sul terreno dell’immaginario e ricostruendolo, incessantemente trasformato, intercettando i diversi modi di cui dispone, e con cui si manifesta “il reale”. Tutti questi movimenti del pensiero contribuiscono alla costruzione di un’idea del mondo, ed alla sua percezione, individuale e collettiva. E mentre la fiction è chiamata a rielaborare il reale in modo immaginativo, la sociologia ha il compito di interpretare ed analizzare non solo tali reperti mediologici, creativi, mitici, ma anche di comprendere il contesto e le condizioni che li hanno generati. Purtuttavia, il racconto rappresenta, in molti casi, materiale di studio essenziale, da cui la sociologia attinge per esplorare e spiegare la realtà sociale. Muovendo da tali riflessioni, nasce l’idea del Seminario sul tema: “Scienza, letteratura, immaginario. Le frontiere della sociologia”. Avvalendosi di esperti e specialisti di vari rami, si svilupperanno sessioni dedicate a tali questioni, che avranno come obiettivo lo studio e l’approfondimento della rilevanza della narrazione scientifica, letteraria, artistica nella costruzione del sapere sociologico e nella strutturazione dell’immaginario collettivo. Il Seminario, proposto dall’insegnamento di Sociologia dell’arte e della letteratura del Prof. Luigi Caramiello e organizzato in collaborazione con la rappresentanza studentesca negli organi accademici, ha previsto 12 sessioni tematiche di 4 ore ognuna.

Scienza, letteratura, immaginario. Le frontiere della sociologia / Caramiello, Luigi. - (2011).

Scienza, letteratura, immaginario. Le frontiere della sociologia

CARAMIELLO, LUIGI
2011

Abstract

Le scienze sociali sono, da tempo, ad un bivio. Molti le identificano ancora, in modo riduttivo e semplicistico, come una branca del sapere umanistico o una deriva della cultura storica, altri le connettono, in maniera automatica e spesso ingenua, alla sfera dell’indagine economica e politica. Ma il modo, vorremmo dire lo stile, con cui i nessi vengono di volta in volta, istituiti, è tale da concorrere alla definizione di un quadro prospettico che al momento appare poco confortante. Le ragioni della crisi risalgono, forse, sin alle prime fasi di nascita e sviluppo della sociologia, poiché non si sono mai risolte le questioni che riguardano l’identità specifica della disciplina, le sue prioritarie finalità ed i metodi più adatti. Ma i numerosi approcci, le diverse prospettive di studio, i tentativi di circoscrivere l’ambito concettuale, se hanno, per molti aspetti, indebolito la sociologia, sono anche riuscite, però, a riflettere la ineludibile “complessità” che connota il processo di conoscenza in campo sociale, in riferimento anche e soprattutto alle sue fitte connessioni disciplinari. Nata sotto l’egida del pensiero positivista, del tentativo di connettersi alla sfera hard delle scienze, la sociologia si è allo stesso tempo evoluta anche grazie alla dimensione del racconto, della rappresentazione, della “fotografia”, stabilendo così un dialogo fecondo e intenso con la letteratura, con l’ambito dell’espressività, l’arte, la fiction e più generalmente la dimensione dell’immaginario. Cos’è, dunque, oggi la sociologia? Quando nacque, il sapere sociologico, contendeva, alla narrazione letteraria, la capacità di fornire “costruzioni” credibili e persino “misurabili” della realtà sociale. Oltre a descrivere, però, la sociologia era, in quanto scienza, anche chiamata a spiegare i fenomeni, a comprenderne le cause che li originavano, a rispondere a tanti “perché?”, insomma a risolvere problemi. Ed è per questo, perciò, che al principio del suo sviluppo, tenterà di avvalersi quanto più è possibile, di metodologie empiriche, atte a garantirne l' “oggettività” della conoscenza. Col passare degli anni la sociologia ha non solo variamente rielaborato metodi di pertinenza di altre discipline, ma ha anche proposto propri strumenti di indagine, interagendo volentieri con le scienze fisico-naturali ma anche col sapere umanistico. Quante volte, infatti, la scienza ha tracimato nell’immaginario? Quante volte l’immaginario è stato il motore di “scoperte” scientifiche? Scienza e letteratura sono, dunque, frontiere della sociologia, approdi di un sapere che si nutre di racconti, intuizioni, narrazioni, affreschi storici, ma anche di possibilità che derivano dall’uso di dispositivi tecnologici tradizionali e innovativi. Sociologia e narrativa, ricerca scientifica e traiettorie culturali, conoscenza fattuale e sentimento mitico, approccio analitico e ricerca della verità, consapevolezza della caducità e tensione verso l’assoluto, contingenza e universalismo, pragmatismo e spiritualità, si influenzano reciprocamente, alimentandosi sul terreno dell’immaginario e ricostruendolo, incessantemente trasformato, intercettando i diversi modi di cui dispone, e con cui si manifesta “il reale”. Tutti questi movimenti del pensiero contribuiscono alla costruzione di un’idea del mondo, ed alla sua percezione, individuale e collettiva. E mentre la fiction è chiamata a rielaborare il reale in modo immaginativo, la sociologia ha il compito di interpretare ed analizzare non solo tali reperti mediologici, creativi, mitici, ma anche di comprendere il contesto e le condizioni che li hanno generati. Purtuttavia, il racconto rappresenta, in molti casi, materiale di studio essenziale, da cui la sociologia attinge per esplorare e spiegare la realtà sociale. Muovendo da tali riflessioni, nasce l’idea del Seminario sul tema: “Scienza, letteratura, immaginario. Le frontiere della sociologia”. Avvalendosi di esperti e specialisti di vari rami, si svilupperanno sessioni dedicate a tali questioni, che avranno come obiettivo lo studio e l’approfondimento della rilevanza della narrazione scientifica, letteraria, artistica nella costruzione del sapere sociologico e nella strutturazione dell’immaginario collettivo. Il Seminario, proposto dall’insegnamento di Sociologia dell’arte e della letteratura del Prof. Luigi Caramiello e organizzato in collaborazione con la rappresentanza studentesca negli organi accademici, ha previsto 12 sessioni tematiche di 4 ore ognuna.
2011
Scienza, letteratura, immaginario. Le frontiere della sociologia / Caramiello, Luigi. - (2011).
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