Il lavoro intende illustrare il modo in cui gruppi di informatori italofoni di diversa età (4, 7, 10 anni ed adulti) costruiscono la coesione discorsiva in relazione ad un compito narrativo la cui esecuzione induce i parlanti a contrastare o riprendere informazioni di vario tipo. L’analisi utilizza, nella fattispecie, dati elicitati attraverso il video clip The Finite Story (Dimroth 2006), in linea con un progetto di più ampio respiro LANGACROSS II («Structure de l’énoncé en contexte : acquisition des langues premières et secondes dans une perspective inter-langues », Agence Nationale pour la Recherche & Deutsche Forschungsgemeinschaft). In forza delle avventure dei tre protagonisti del video clip (il Signor Blu, il Signor Verde e il Signor Rosso), coinvolti in un incendio notturno, i narratori sono fortemente sollecitati a contrastare le entità, le une rispetto alle altre, sia in contesti in cui uno dei personaggi esegue un’azione già interpretata da un altro personaggio (anche il Signor Rosso continua a dormire), sia in contesti in cui un protagonista si distacca dagli altri perché interpreta un’azione differente (il signor Rosso invece si sveglia); in quest’ultimo caso il narratore può scegliere di marcare un contrasto di polarità (il signor Rosso non dorme; il Signor Rosso si SVEGLIA ). I contrasti temporali sono ugualmente chiamati in causa nel corso del cortometraggio proposto poiché, in taluni casi, uno stesso protagonista inizialmente si rifiuta di eseguire un’azione che interpreterà, tuttavia, in un momento successivo (il Signor Rosso si rifiuta di saltare; alla fine il Signor Rosso si decide a saltare); questi ultimi contesti implicano, oltre al contrasto temporale, quello di polarità (alla fine il Signor Rosso SALTA; alla fine il Signor Rosso effettivamente salta), che com’è ovvio il parlante può anche decidere di non marcare. La necessità di contrastare talune informazioni ma di mantenerne altre obbliga, in definitiva, i parlanti italofoni ad impiegare, perlomeno idealmente, strumenti di connessione anaforica di vario tipo: particelle additive, perifrasi verbali, marche temporali, marche di polarità, escamotages prosodici ecc., spesso sapientemente combinati tra loro. Il lavoro esplora i seguenti temi: a. i processi psicolinguistici che guidano il bambino italofono, nelle varie fasce di età, al fine di riportare i contenuti visionati, e dunque la comprensione che egli ha di una situazione discorsiva quale quella in questione; b. i mezzi linguistici che il bambino impiega per assicurare coesione al testo; c. la distanza tra le narrazioni infantili e quelle degli adulti, in relazione ai punti precedenti. Si osservano quindi le strategie di coesione discorsiva e coerenza tematica messe in atto dai parlanti a seconda del grado di sviluppo cognitivo e di padronanza linguistica raggiunti. In particolare, si dimostra l’abilità crescente dei piccoli locutori ad abbandonare la frammentarietà e la disorganicità tematica in favore di una prospettiva cognitiva di stampo olistico, supportata da mezzi linguistici sempre più specifici rispetto alla L1 di apprendimento e al tipo di testo da produrre. I risultati ottenuti sono discussi da due punti di vista: 1. da un punto di vista psicolinguistico generale, in virtù del quale si accenna alle analogie e alle differenze tra i bambini italofoni e quelli apprendenti alcune altre lingue (francese, inglese, polacco, tedesco) rispetto alla gestione di testi narrativi specifici: si discernono, a tal proposito, le strategie cognitive generali del bambino nelle varie fasce di età dalle strategie specifiche indotte dalle specificità grammatico-discorsive della L1 in corso di apprendimento; 2. da un punto di vista didattico, il confronto tra i vari gruppi permette di ricavare considerazioni rilevanti per la linguistica educativa. Quanto agli aspetti sociobiografici degli informatori, gli adulti hanno un livello di istruzione medio-alto, tutti i bambini provengono da un ambiente familiare equilibrato ed hanno genitori con istruzione medio-alta.
Coesione discorsiva e testo narrativo: bambini e adulti italofoni a confronto / Giuliano, Patrizia. - (2011). (Intervento presentato al convegno XI Congresso dell'Associazione Italiana di Linguistica Applicata Competenze e formazione linguistiche. In memoria di Monica Berretta tenutosi a Università degli Studi di Bergamo nel 9-11 giugno 2011).
Coesione discorsiva e testo narrativo: bambini e adulti italofoni a confronto
GIULIANO, PATRIZIA
2011
Abstract
Il lavoro intende illustrare il modo in cui gruppi di informatori italofoni di diversa età (4, 7, 10 anni ed adulti) costruiscono la coesione discorsiva in relazione ad un compito narrativo la cui esecuzione induce i parlanti a contrastare o riprendere informazioni di vario tipo. L’analisi utilizza, nella fattispecie, dati elicitati attraverso il video clip The Finite Story (Dimroth 2006), in linea con un progetto di più ampio respiro LANGACROSS II («Structure de l’énoncé en contexte : acquisition des langues premières et secondes dans une perspective inter-langues », Agence Nationale pour la Recherche & Deutsche Forschungsgemeinschaft). In forza delle avventure dei tre protagonisti del video clip (il Signor Blu, il Signor Verde e il Signor Rosso), coinvolti in un incendio notturno, i narratori sono fortemente sollecitati a contrastare le entità, le une rispetto alle altre, sia in contesti in cui uno dei personaggi esegue un’azione già interpretata da un altro personaggio (anche il Signor Rosso continua a dormire), sia in contesti in cui un protagonista si distacca dagli altri perché interpreta un’azione differente (il signor Rosso invece si sveglia); in quest’ultimo caso il narratore può scegliere di marcare un contrasto di polarità (il signor Rosso non dorme; il Signor Rosso si SVEGLIA ). I contrasti temporali sono ugualmente chiamati in causa nel corso del cortometraggio proposto poiché, in taluni casi, uno stesso protagonista inizialmente si rifiuta di eseguire un’azione che interpreterà, tuttavia, in un momento successivo (il Signor Rosso si rifiuta di saltare; alla fine il Signor Rosso si decide a saltare); questi ultimi contesti implicano, oltre al contrasto temporale, quello di polarità (alla fine il Signor Rosso SALTA; alla fine il Signor Rosso effettivamente salta), che com’è ovvio il parlante può anche decidere di non marcare. La necessità di contrastare talune informazioni ma di mantenerne altre obbliga, in definitiva, i parlanti italofoni ad impiegare, perlomeno idealmente, strumenti di connessione anaforica di vario tipo: particelle additive, perifrasi verbali, marche temporali, marche di polarità, escamotages prosodici ecc., spesso sapientemente combinati tra loro. Il lavoro esplora i seguenti temi: a. i processi psicolinguistici che guidano il bambino italofono, nelle varie fasce di età, al fine di riportare i contenuti visionati, e dunque la comprensione che egli ha di una situazione discorsiva quale quella in questione; b. i mezzi linguistici che il bambino impiega per assicurare coesione al testo; c. la distanza tra le narrazioni infantili e quelle degli adulti, in relazione ai punti precedenti. Si osservano quindi le strategie di coesione discorsiva e coerenza tematica messe in atto dai parlanti a seconda del grado di sviluppo cognitivo e di padronanza linguistica raggiunti. In particolare, si dimostra l’abilità crescente dei piccoli locutori ad abbandonare la frammentarietà e la disorganicità tematica in favore di una prospettiva cognitiva di stampo olistico, supportata da mezzi linguistici sempre più specifici rispetto alla L1 di apprendimento e al tipo di testo da produrre. I risultati ottenuti sono discussi da due punti di vista: 1. da un punto di vista psicolinguistico generale, in virtù del quale si accenna alle analogie e alle differenze tra i bambini italofoni e quelli apprendenti alcune altre lingue (francese, inglese, polacco, tedesco) rispetto alla gestione di testi narrativi specifici: si discernono, a tal proposito, le strategie cognitive generali del bambino nelle varie fasce di età dalle strategie specifiche indotte dalle specificità grammatico-discorsive della L1 in corso di apprendimento; 2. da un punto di vista didattico, il confronto tra i vari gruppi permette di ricavare considerazioni rilevanti per la linguistica educativa. Quanto agli aspetti sociobiografici degli informatori, gli adulti hanno un livello di istruzione medio-alto, tutti i bambini provengono da un ambiente familiare equilibrato ed hanno genitori con istruzione medio-alta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.