Il saggio affronta in maniera critica e documentata una rilettura dell’atteggiamento che i restauratori nelle diverse epoche storiche hanno assunto nei confronti del rudere architettonico. A partire dalla fase delle prime sistematizzazioni del restauro attraverso gli scritti e l’attività militante di Antoine Chrysostome Quatremère de Quincy, di Ludovic Vitet, Prosper Merimeè, Adolphe N. Didron, Alexandre Lenoir e di molti altri, si fa strada un atteggiamento verso il ‘rudero’, più conservativo rispetto a quella assunto nei confronti del patrimonio architettonico. Partendo dal ricco e aggiornato ‘stato dell’arte’ sul tema, il contributo esamina le posizioni dei massimi esponenti della disciplina in Europa, e le sperimentazioni delle “ruine artefatte” del rovinismo romantico. Il saggio delinea per tal via un fil rouge che lega queste prime sperimentazioni sul tema, alle più mature e consolidate posizioni della metà del Novecento, fino a quelle di Cesare Brandi, Roberto Pane e Andrea Carandini, che possono orientare, oggi, un intervento culturalmente e tecnicamente consapevole sulla fragile materia antica del rudere architettonico.
Il rudere architettonico nella storia del restauro / Picone, Renata. - In: CONFRONTI. - ISSN 2279-7920. - 0:(2012), pp. 27-40.
Il rudere architettonico nella storia del restauro
PICONE, RENATA
2012
Abstract
Il saggio affronta in maniera critica e documentata una rilettura dell’atteggiamento che i restauratori nelle diverse epoche storiche hanno assunto nei confronti del rudere architettonico. A partire dalla fase delle prime sistematizzazioni del restauro attraverso gli scritti e l’attività militante di Antoine Chrysostome Quatremère de Quincy, di Ludovic Vitet, Prosper Merimeè, Adolphe N. Didron, Alexandre Lenoir e di molti altri, si fa strada un atteggiamento verso il ‘rudero’, più conservativo rispetto a quella assunto nei confronti del patrimonio architettonico. Partendo dal ricco e aggiornato ‘stato dell’arte’ sul tema, il contributo esamina le posizioni dei massimi esponenti della disciplina in Europa, e le sperimentazioni delle “ruine artefatte” del rovinismo romantico. Il saggio delinea per tal via un fil rouge che lega queste prime sperimentazioni sul tema, alle più mature e consolidate posizioni della metà del Novecento, fino a quelle di Cesare Brandi, Roberto Pane e Andrea Carandini, che possono orientare, oggi, un intervento culturalmente e tecnicamente consapevole sulla fragile materia antica del rudere architettonico.File | Dimensione | Formato | |
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