RUOLO DELLA DWI-RM NELLA DIAGNOSI INIZIALE DI COLESTEATOMA E NELLA VALUTAZIONE DI QUELLO RICORRENTE : NOSTRA ESPERIENZA. M. Cavaliere, A. Elefante, A. M. Di Lullo, A. Marino, A. Caruso PREMESSA Il colesteatoma è una cisti epidermoide dell’orecchio medio che cresce progressivamente erodendo le strutture ossee circostanti (1); in alcuni casi può determinare complicanze anche molto gravi (2), per cui è molto importante studiare preoperatoriamente la patologia con un imaging appropriato. INTRODUZIONE Nell’approccio all’intervento chirurgico per otite media cronica la TC presenta dei limiti poiché non è in grado di definire in maniera precisa la natura della lesione (tessuto di granulazione vs colesteatoma). A tale scopo ci siamo proposti di integrare lo studio TC con un’indagine RM pesata in diffusione (DWI-RM): tale metodica infatti, pur presentando carenze in termini di definizione delle immagini, poteva essere in grado di riconoscere la presenza di colesteatoma (3). METODOLOGIA Il nostro studio prospettico è stato condotto presso l’AOU Federico II di Napoli da Gennaio 2011 a Febbraio 2012. Abbiamo valutato 13 pazienti (5 maschi e 8 femmine) con media età di 33 aa (10-69 aa) che presentavano un sospetto clinico di colesteatoma primitivo o recidivante. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a DWI-RM preoperatoriamente. I dati emersi dal referto fornito dal radiologo sono stati confrontati con i reperti intra-operatori, allo scopo di valutare il valore predittivo positivo (VPP), il valore predittivo negativo (VPN), la specificità e la sensibilità della metodica in esame. Il tempo intercorso tra la DWI-RM e l’intervento chirurgico è stato mediamente di 50 giorni. Dei 13 pazienti, 7 (4 maschi, 3 femmine) sono stati sottoposti ad intervento di primo tempo di timpanoplastica, e 6 (5 maschi, 1 femmina) ad un intervento di secondo tempo. RISULTATI Dei 7 pazienti sottoposti ad intervento di primo tempo di timpanoplastica, 4 hanno presentato alla DWI-RM un referto negativo per presenza di colesteatoma; tuttavia solo in 2 di tali pazienti non è stata riscontrata chirurgicamente tale patologia. In questi casi, quindi, è risultato un VPP del 100% e VPN del 60%. Specificità e sensibilità sono stati rispettivamente 1,00 e 0,6. Dei 6 pazienti sottoposti ad intervento chirurgico di secondo tempo, solo 2 sono risultati negativi alla DWI-RM, e 1 di questi due pazienti non presentava chirurgicamente recidiva colesteatomatosa. Dunque in questi pazienti si è avuto un VPP del 100% e un VPN del 50%. Specificità e sensibilità sono stati rispettivamente 1,00 e 0,8. CONCLUSIONI In conclusione possiamo affermare, in base alla nostra esperienza ed in accordo con la letteratura, che la DWI-RM sia un’indagine ad alta predittività e specificità (non facendo registrare in nessun caso falsi positivi) nella diagnosi di colesteatoma e soprattutto per identificare i casi recidivati. I limiti di questa metodica sono rappresentati ancora oggi dal potere di risoluzione (per essere identificato il colesteatoma deve avere dimensioni maggiori di 5 mm), e questo può spiegare la presenza di un numero seppur ridotto di falsi negativi e quindi una minore sensibilità.
Ruolo della DWI-RM nella diagnosi iniziale di colesteatoma e nella valutazione di quello ricorrente: nostra esperienza / Cavaliere, Michele; Elefante, Andrea; DI LULLO, ANTONELLA MIRIAM; Marino, Anna; Caruso, A.. - ELETTRONICO. - (2012), pp. 187-187. (Intervento presentato al convegno 99° Congresso Nazionale SIO tenutosi a Bari nel 23-26 maggio 2012).
Ruolo della DWI-RM nella diagnosi iniziale di colesteatoma e nella valutazione di quello ricorrente: nostra esperienza
CAVALIERE, Michele;ELEFANTE, ANDREA;Antonella Miriam di Lullo;
2012
Abstract
RUOLO DELLA DWI-RM NELLA DIAGNOSI INIZIALE DI COLESTEATOMA E NELLA VALUTAZIONE DI QUELLO RICORRENTE : NOSTRA ESPERIENZA. M. Cavaliere, A. Elefante, A. M. Di Lullo, A. Marino, A. Caruso PREMESSA Il colesteatoma è una cisti epidermoide dell’orecchio medio che cresce progressivamente erodendo le strutture ossee circostanti (1); in alcuni casi può determinare complicanze anche molto gravi (2), per cui è molto importante studiare preoperatoriamente la patologia con un imaging appropriato. INTRODUZIONE Nell’approccio all’intervento chirurgico per otite media cronica la TC presenta dei limiti poiché non è in grado di definire in maniera precisa la natura della lesione (tessuto di granulazione vs colesteatoma). A tale scopo ci siamo proposti di integrare lo studio TC con un’indagine RM pesata in diffusione (DWI-RM): tale metodica infatti, pur presentando carenze in termini di definizione delle immagini, poteva essere in grado di riconoscere la presenza di colesteatoma (3). METODOLOGIA Il nostro studio prospettico è stato condotto presso l’AOU Federico II di Napoli da Gennaio 2011 a Febbraio 2012. Abbiamo valutato 13 pazienti (5 maschi e 8 femmine) con media età di 33 aa (10-69 aa) che presentavano un sospetto clinico di colesteatoma primitivo o recidivante. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a DWI-RM preoperatoriamente. I dati emersi dal referto fornito dal radiologo sono stati confrontati con i reperti intra-operatori, allo scopo di valutare il valore predittivo positivo (VPP), il valore predittivo negativo (VPN), la specificità e la sensibilità della metodica in esame. Il tempo intercorso tra la DWI-RM e l’intervento chirurgico è stato mediamente di 50 giorni. Dei 13 pazienti, 7 (4 maschi, 3 femmine) sono stati sottoposti ad intervento di primo tempo di timpanoplastica, e 6 (5 maschi, 1 femmina) ad un intervento di secondo tempo. RISULTATI Dei 7 pazienti sottoposti ad intervento di primo tempo di timpanoplastica, 4 hanno presentato alla DWI-RM un referto negativo per presenza di colesteatoma; tuttavia solo in 2 di tali pazienti non è stata riscontrata chirurgicamente tale patologia. In questi casi, quindi, è risultato un VPP del 100% e VPN del 60%. Specificità e sensibilità sono stati rispettivamente 1,00 e 0,6. Dei 6 pazienti sottoposti ad intervento chirurgico di secondo tempo, solo 2 sono risultati negativi alla DWI-RM, e 1 di questi due pazienti non presentava chirurgicamente recidiva colesteatomatosa. Dunque in questi pazienti si è avuto un VPP del 100% e un VPN del 50%. Specificità e sensibilità sono stati rispettivamente 1,00 e 0,8. CONCLUSIONI In conclusione possiamo affermare, in base alla nostra esperienza ed in accordo con la letteratura, che la DWI-RM sia un’indagine ad alta predittività e specificità (non facendo registrare in nessun caso falsi positivi) nella diagnosi di colesteatoma e soprattutto per identificare i casi recidivati. I limiti di questa metodica sono rappresentati ancora oggi dal potere di risoluzione (per essere identificato il colesteatoma deve avere dimensioni maggiori di 5 mm), e questo può spiegare la presenza di un numero seppur ridotto di falsi negativi e quindi una minore sensibilità.File | Dimensione | Formato | |
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