Sviluppo e consumo di suolo in Campania sono gli aspetti complementari della stessa questione: il motore dell‟industria delle ostruzioni. Questo assunto dal 1950 è coniugato a qualunque parte olitica che governi la Regione; ondate di urbanizzazione di porzioni di territori sempre più ampie e diffuse sono riproposte periodicamente ed ssumono l‟aspetto di colate magmatiche che dagli apparati vulcanici ostieri, vesuviano e flegreo, ricoprono l‟intera estensione delle pianure ertili della Campania comprese tra l‟asse di riequilibrio nazionale da oma a Salerno e la linea di costa. Nell‟ultimo ventennio, inoltre, all‟industria delle costruzioni si è associata la distruzione sistematica del erritorio attraverso l‟attività dello smaltimento illegale dei rifiuti tossici on il conseguente inquinamento dei suoli e delle falde acquifere. Da un ato, quindi, un processo economico basato sulla cementificazione sia busiva che legalizzata dell‟intera provincia della terza città dell‟Italia e ei comprensori delle altre quattro province come il casertano, l‟aversano, l‟agro nocerino-sarnese, l‟avellinese e lo stesso beneventano, ormai saldati alla metropoli napoletana, e, dall‟altro, un rocesso economico criminale fondato sulla “dittatura armata della camorra per il controllo del territorio”. Quest‟ultimo è destinato allo maltimento dei rifiuti tossici ed urbani. Cemento e rifiuti rappresentano a spirale della follia camorristica in Campania e del crimine contro l‟umanità compiuto sacrificando i territori più fertili del Pianeta per la roduzione di alimento e per contrastare la fame nel mondo. Le fasi storiche della crescita urbana della metropoli napoletana possono essere così individuate: 1. La ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale dal 1950 al 1970 e ‟esperienza del primo Piano Regolatore Generale. Il fenomeno del laurismo e la denuncia di Francesco Rosi con il film Le mani sulla città e sono le sintesi emblematiche; la speculazione edilizia e la concentrazione delle industrie tra Napoli e Caserta a nord e Nola ad est ono l‟alibi per la soluzione della questione meridionale e del sottosviluppo del Mezzogiorno, questo è il tradimento al pensiero di anlio Rossi Doria, che in alternativa suggeriva la strada dello sviluppo dell‟innovazione delle produzioni agrarie e del settore primario del Sud ‟Italia. 2. Il bradisisma del 1970 a Pozzuoli, la prima evacuazione del Rione erra e la costruzione del Rione Toiano con 15 mila vani. Si sperimenta a soluzione delle deportazioni forzate di intere comunità da luoghi di rande pregio storico ed ambientale in quartieri ghetto e culle della evianza giovanile e dell‟isolamento sociale. Con tali deportazioni si consente di destinare all‟industria delle costruzioni, attraverso la riqualificazione di interi pezzi di città generalmente sul mare, ingenti finanziamenti pubblici per realizzare opere costosissime e per inseguire il mito dell‟economia turistica a tutti i costi, salvo poi a distanza di quarant‟anni assistere ai riti delle passerelle di archistar internazionali nella proposizione di favole consolatorie e di progetti di waterfront con passeggiate lungo il mare, porti turistici e luoghi di svago stracolmi di pizzerie e gelaterie. Sia ben chiaro questo non significa essere contro la internazionalizzazione e lo scambio delle idee per la rigenerazione architettonica ed urbanistica di aree degradate e sottoutilizzate della metropoli napoletana così come avviene in ogni grande città europea ma si intende soltanto richiamare l‟attenzione sul fatto che tutto ciò riguarda ed interessa esclusivamente Napoli e l‟area immediatamente limitrofa di Comuni che dal 1990 in poi sarebbero dovuti essere al centro di un processo di ammodernamento dell‟organizzazione politica ed amministrativa dei loro territori. Al contrario non si è mai dato vita alla città metropolitana con il superamento delle divisioni amministrative di ben 92 Comuni. Proprio quest‟anno si è verificato un fatto emblematico con l‟ennesimo fallimento del referendum per l‟unificazione dei sei Comuni in cui è divisa l‟isola di Ischia. Il fallimento del referendum è stato determinato dall‟arretratezza sociale e culturale delle parti politiche locali.

Il Piano di trasformazione della città di Napoli negli ultimi decenni / Buondonno, Emma. - STAMPA. - (2011), pp. 1-12. (Intervento presentato al convegno Il Disegno delle trasformazioni . Abitare il Futuro 2011 tenutosi a Napoli nel 1-2 dicembre 2011).

Il Piano di trasformazione della città di Napoli negli ultimi decenni

BUONDONNO, EMMA
2011

Abstract

Sviluppo e consumo di suolo in Campania sono gli aspetti complementari della stessa questione: il motore dell‟industria delle ostruzioni. Questo assunto dal 1950 è coniugato a qualunque parte olitica che governi la Regione; ondate di urbanizzazione di porzioni di territori sempre più ampie e diffuse sono riproposte periodicamente ed ssumono l‟aspetto di colate magmatiche che dagli apparati vulcanici ostieri, vesuviano e flegreo, ricoprono l‟intera estensione delle pianure ertili della Campania comprese tra l‟asse di riequilibrio nazionale da oma a Salerno e la linea di costa. Nell‟ultimo ventennio, inoltre, all‟industria delle costruzioni si è associata la distruzione sistematica del erritorio attraverso l‟attività dello smaltimento illegale dei rifiuti tossici on il conseguente inquinamento dei suoli e delle falde acquifere. Da un ato, quindi, un processo economico basato sulla cementificazione sia busiva che legalizzata dell‟intera provincia della terza città dell‟Italia e ei comprensori delle altre quattro province come il casertano, l‟aversano, l‟agro nocerino-sarnese, l‟avellinese e lo stesso beneventano, ormai saldati alla metropoli napoletana, e, dall‟altro, un rocesso economico criminale fondato sulla “dittatura armata della camorra per il controllo del territorio”. Quest‟ultimo è destinato allo maltimento dei rifiuti tossici ed urbani. Cemento e rifiuti rappresentano a spirale della follia camorristica in Campania e del crimine contro l‟umanità compiuto sacrificando i territori più fertili del Pianeta per la roduzione di alimento e per contrastare la fame nel mondo. Le fasi storiche della crescita urbana della metropoli napoletana possono essere così individuate: 1. La ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale dal 1950 al 1970 e ‟esperienza del primo Piano Regolatore Generale. Il fenomeno del laurismo e la denuncia di Francesco Rosi con il film Le mani sulla città e sono le sintesi emblematiche; la speculazione edilizia e la concentrazione delle industrie tra Napoli e Caserta a nord e Nola ad est ono l‟alibi per la soluzione della questione meridionale e del sottosviluppo del Mezzogiorno, questo è il tradimento al pensiero di anlio Rossi Doria, che in alternativa suggeriva la strada dello sviluppo dell‟innovazione delle produzioni agrarie e del settore primario del Sud ‟Italia. 2. Il bradisisma del 1970 a Pozzuoli, la prima evacuazione del Rione erra e la costruzione del Rione Toiano con 15 mila vani. Si sperimenta a soluzione delle deportazioni forzate di intere comunità da luoghi di rande pregio storico ed ambientale in quartieri ghetto e culle della evianza giovanile e dell‟isolamento sociale. Con tali deportazioni si consente di destinare all‟industria delle costruzioni, attraverso la riqualificazione di interi pezzi di città generalmente sul mare, ingenti finanziamenti pubblici per realizzare opere costosissime e per inseguire il mito dell‟economia turistica a tutti i costi, salvo poi a distanza di quarant‟anni assistere ai riti delle passerelle di archistar internazionali nella proposizione di favole consolatorie e di progetti di waterfront con passeggiate lungo il mare, porti turistici e luoghi di svago stracolmi di pizzerie e gelaterie. Sia ben chiaro questo non significa essere contro la internazionalizzazione e lo scambio delle idee per la rigenerazione architettonica ed urbanistica di aree degradate e sottoutilizzate della metropoli napoletana così come avviene in ogni grande città europea ma si intende soltanto richiamare l‟attenzione sul fatto che tutto ciò riguarda ed interessa esclusivamente Napoli e l‟area immediatamente limitrofa di Comuni che dal 1990 in poi sarebbero dovuti essere al centro di un processo di ammodernamento dell‟organizzazione politica ed amministrativa dei loro territori. Al contrario non si è mai dato vita alla città metropolitana con il superamento delle divisioni amministrative di ben 92 Comuni. Proprio quest‟anno si è verificato un fatto emblematico con l‟ennesimo fallimento del referendum per l‟unificazione dei sei Comuni in cui è divisa l‟isola di Ischia. Il fallimento del referendum è stato determinato dall‟arretratezza sociale e culturale delle parti politiche locali.
2011
9788884972156
Il Piano di trasformazione della città di Napoli negli ultimi decenni / Buondonno, Emma. - STAMPA. - (2011), pp. 1-12. (Intervento presentato al convegno Il Disegno delle trasformazioni . Abitare il Futuro 2011 tenutosi a Napoli nel 1-2 dicembre 2011).
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