Il presente lavoro propone un’indagine in un territorio giuridico che per i più non ha ragione di esistere, in quanto ancorati ad una lettura “datata” delle fonti, secondo la quale la condizione della donna a Roma rispecchiava una concezione (maschilista) di sudditanza rispetto all’egemonia (economica) maschile. Ed è proprio nel segmento economico censitario che invece troviamo la soluzione. A Roma, la partecipazione alla vita giuridico-politico-economica rappresentò l’immagine speculare dell’inserimento nell’esercito, dell’organizzazione militare: le donne – occasionalmente, per una primitiva razionalizzazione e spartizione dei ruoli, altrimenti li avrebbero ricoperti tutti – non partecipavano all’esercito per cui non votavano e, di conseguenza, non apparivano determinanti le scelte giuridiche. Non dimentichiamo, però, che patrimonium e matrimonium avevano, nelle lingue indoeuropee, la stessa radice e che le portatrici di ricchezza erano le donne con le loro doti, a causa delle quali i mariti – pur di non restituirle – gestivano infedeltà ed altre situazioni con sportiva disinvoltura. Proponiamo la lettura di un campione di fonti riguardanti l’ambito successorio, quale specchio di un atteggiamento di “libertà” presente e costante nello spaccato cronologico individuato.

Margini di libertà nel tardoantico. Silenziose voci femminili e spazi di scelta nei lasciti mortis causa delle donne romane / Pennacchio, Carmela. - STAMPA. - (2013), pp. 1-20.

Margini di libertà nel tardoantico. Silenziose voci femminili e spazi di scelta nei lasciti mortis causa delle donne romane

PENNACCHIO, CARMELA
2013

Abstract

Il presente lavoro propone un’indagine in un territorio giuridico che per i più non ha ragione di esistere, in quanto ancorati ad una lettura “datata” delle fonti, secondo la quale la condizione della donna a Roma rispecchiava una concezione (maschilista) di sudditanza rispetto all’egemonia (economica) maschile. Ed è proprio nel segmento economico censitario che invece troviamo la soluzione. A Roma, la partecipazione alla vita giuridico-politico-economica rappresentò l’immagine speculare dell’inserimento nell’esercito, dell’organizzazione militare: le donne – occasionalmente, per una primitiva razionalizzazione e spartizione dei ruoli, altrimenti li avrebbero ricoperti tutti – non partecipavano all’esercito per cui non votavano e, di conseguenza, non apparivano determinanti le scelte giuridiche. Non dimentichiamo, però, che patrimonium e matrimonium avevano, nelle lingue indoeuropee, la stessa radice e che le portatrici di ricchezza erano le donne con le loro doti, a causa delle quali i mariti – pur di non restituirle – gestivano infedeltà ed altre situazioni con sportiva disinvoltura. Proponiamo la lettura di un campione di fonti riguardanti l’ambito successorio, quale specchio di un atteggiamento di “libertà” presente e costante nello spaccato cronologico individuato.
2013
9788883464508
Margini di libertà nel tardoantico. Silenziose voci femminili e spazi di scelta nei lasciti mortis causa delle donne romane / Pennacchio, Carmela. - STAMPA. - (2013), pp. 1-20.
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