Un’area dell’Abruzzo interno, devastata dal terremoto il 6 aprile 2009, è rimasta sospesa nel tempo in attesa del proprio destino. Re- stano le tracce, le spoglie di una civiltà anti- ca, i tratturi, i pascoli, i luoghi di ricovero, le masserie e soprattutto un territorio popolato di straordinarie città: piccoli centri, generalmen- te d’origine medioevale, localizzati sui bordi degli altopiani, sui versanti, sulle sommità delle colline, con un complesso sistema difensivo svi- luppato nel tempo. Città, impianti urbani, pezzi di una civiltà perduta, costruita all’ombra della montagna più spettacolare dell’Appennino, il Gran Sasso d’Italia, che ha condizionato le comunicazioni, le costruzioni, e probabilmente il carattere stesso dei suoi abitanti. Giorgio Manganelli afferma che «l’Abruzzo ha al suo centro non una città, ma una montagna, una grande, bellissima, terribile montagna», in gra- do di determinare la forma delle costruzioni, e della vita.
Tracce di città / Orfeo, Camillo. - Urbanistica On Line Dossier:(2013), pp. 144-147. (Intervento presentato al convegno La ricostruzione dopo la catastrofe tenutosi a Aula A5 Facoltà di Architettura , Roma Tre nel 7 maggio 2013).
Tracce di città
ORFEO, Camillo
2013
Abstract
Un’area dell’Abruzzo interno, devastata dal terremoto il 6 aprile 2009, è rimasta sospesa nel tempo in attesa del proprio destino. Re- stano le tracce, le spoglie di una civiltà anti- ca, i tratturi, i pascoli, i luoghi di ricovero, le masserie e soprattutto un territorio popolato di straordinarie città: piccoli centri, generalmen- te d’origine medioevale, localizzati sui bordi degli altopiani, sui versanti, sulle sommità delle colline, con un complesso sistema difensivo svi- luppato nel tempo. Città, impianti urbani, pezzi di una civiltà perduta, costruita all’ombra della montagna più spettacolare dell’Appennino, il Gran Sasso d’Italia, che ha condizionato le comunicazioni, le costruzioni, e probabilmente il carattere stesso dei suoi abitanti. Giorgio Manganelli afferma che «l’Abruzzo ha al suo centro non una città, ma una montagna, una grande, bellissima, terribile montagna», in gra- do di determinare la forma delle costruzioni, e della vita.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.