Intorno alla metà del XIX secolo la nascente storiografia architettonica - alimentata da quel nutrito gruppo di studiosi ed intellettuali che avviarono il poderoso e per certi versi ‘eroico’ lavoro di catalogazione del patrimonio architettonico in tutta la penisola - iniziò in modo sempre più diffuso a far uso dell’immagine e della rappresentazione mongiana per veicolare la conoscenza e l’importanza del patrimonio costruito, inteso come insieme di elementi identitari cui far riferimento nella ricostruzione di una storia comune della ‘Nuova Italia’ che si andava costruendo. Questo saggio intende ricostruire quel particolare momento di passaggio in cui la rappresentazione grafica, che diviene strumento privilegiato per la conoscenza dell’opera architettonica nella formazione dei nostri tecnici e pensionnaires, influenza a sua volta la percezione di tale patrimonio, e conduce gradatamente alla possibilità di passare dal rilievo en plein air e dalla sua successiva ricostruzione in scala nelle proiezioni mongiane, alla ricostruzione grafica del suo stato originario presunto, divinazione, aprendo la strada alle ricostruzioni stilistiche condotte nel vivo delle antiche fabbriche e all’accoglimento delle coeve codificazioni del restauro dovute ad Eugene Emmanuel Viollet le Duc.
Rappresentazione grafica e restauro alla metà dell’Ottocento. Dal rilievo en plain air alle ‘divinazioni’: un percorso verso il restauro stilistico / Picone, Renata. - In: ARCHISTOR. - ISSN 2384-8898. - 1:(2017), pp. 286-313.
Rappresentazione grafica e restauro alla metà dell’Ottocento. Dal rilievo en plain air alle ‘divinazioni’: un percorso verso il restauro stilistico
PICONE, RENATA
2017
Abstract
Intorno alla metà del XIX secolo la nascente storiografia architettonica - alimentata da quel nutrito gruppo di studiosi ed intellettuali che avviarono il poderoso e per certi versi ‘eroico’ lavoro di catalogazione del patrimonio architettonico in tutta la penisola - iniziò in modo sempre più diffuso a far uso dell’immagine e della rappresentazione mongiana per veicolare la conoscenza e l’importanza del patrimonio costruito, inteso come insieme di elementi identitari cui far riferimento nella ricostruzione di una storia comune della ‘Nuova Italia’ che si andava costruendo. Questo saggio intende ricostruire quel particolare momento di passaggio in cui la rappresentazione grafica, che diviene strumento privilegiato per la conoscenza dell’opera architettonica nella formazione dei nostri tecnici e pensionnaires, influenza a sua volta la percezione di tale patrimonio, e conduce gradatamente alla possibilità di passare dal rilievo en plein air e dalla sua successiva ricostruzione in scala nelle proiezioni mongiane, alla ricostruzione grafica del suo stato originario presunto, divinazione, aprendo la strada alle ricostruzioni stilistiche condotte nel vivo delle antiche fabbriche e all’accoglimento delle coeve codificazioni del restauro dovute ad Eugene Emmanuel Viollet le Duc.File | Dimensione | Formato | |
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