Allungare la vita di un prodotto, riutilizzandone almeno in parte le componenti, significa allontanare un po’ più avanti nel tempo il suo degrado a rifiuto e al necessario smaltimento. Un’azione concreta che, aggiungendo un tratto al ciclo di vita delle cose, rappresenta una prima riconversione dei modelli produttivi e di consumo verso la sostenibilità. Nello stesso tempo, ogni oggetto realizzato con parti di riuso costituisce un piccolo contributo nel percorso di transizione verso una nuova estetica del prodotto industriale, che sostituisca i principi di programmazione e standardizzazione che ne hanno governato la qualità per decenni, con quelli della imprevedibilità e della diversità. Proprio per queste ragioni, ideologiche e pratiche, fornire agli oggetti una seconda vita è una delle strade maggiormente praticate dalla sperimentazione progettuale contemporanea. Si tratta di una modalità ricca di prospettive capace, però, di ingenerare altrettante perplessità. Gli oggetti che presentano componenti riutilizzate sono, ancora oggi, prevalentemente percepiti come poco attraenti, espressione dell’aspetto più minaccioso dell’ecologismo, quello che si associa ad un’idea di privazione, pauperistica ed anti-edonistica. Se però si va alle origini della prassi dell’assemblaggio progettuale, inevitabilmente ci si imbatterà in figure come quella di Achille Castiglioni, che al contrario, esprime la componente più ilare e giocosa del design contemporaneo.

Second Life: la seconda vita degli oggetti / Second Life: the Second Life of Objects / Morone, Alfonso. - In: AREA. - ISSN 0394-0055. - n.°137 Anno XXV Novembre / Dicembre 2014(2014), pp. II-V.

Second Life: la seconda vita degli oggetti / Second Life: the Second Life of Objects

MORONE, ALFONSO
2014

Abstract

Allungare la vita di un prodotto, riutilizzandone almeno in parte le componenti, significa allontanare un po’ più avanti nel tempo il suo degrado a rifiuto e al necessario smaltimento. Un’azione concreta che, aggiungendo un tratto al ciclo di vita delle cose, rappresenta una prima riconversione dei modelli produttivi e di consumo verso la sostenibilità. Nello stesso tempo, ogni oggetto realizzato con parti di riuso costituisce un piccolo contributo nel percorso di transizione verso una nuova estetica del prodotto industriale, che sostituisca i principi di programmazione e standardizzazione che ne hanno governato la qualità per decenni, con quelli della imprevedibilità e della diversità. Proprio per queste ragioni, ideologiche e pratiche, fornire agli oggetti una seconda vita è una delle strade maggiormente praticate dalla sperimentazione progettuale contemporanea. Si tratta di una modalità ricca di prospettive capace, però, di ingenerare altrettante perplessità. Gli oggetti che presentano componenti riutilizzate sono, ancora oggi, prevalentemente percepiti come poco attraenti, espressione dell’aspetto più minaccioso dell’ecologismo, quello che si associa ad un’idea di privazione, pauperistica ed anti-edonistica. Se però si va alle origini della prassi dell’assemblaggio progettuale, inevitabilmente ci si imbatterà in figure come quella di Achille Castiglioni, che al contrario, esprime la componente più ilare e giocosa del design contemporaneo.
2014
Second Life: la seconda vita degli oggetti / Second Life: the Second Life of Objects / Morone, Alfonso. - In: AREA. - ISSN 0394-0055. - n.°137 Anno XXV Novembre / Dicembre 2014(2014), pp. II-V.
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