Il consistente nucleo di materiali archeologici preromani rinvenuti in Grecia, che conta almeno 260 oggetti per lo più frammentari in bronzo e circa 150 in ceramica o altri materiali, si data dall’età del Bronzo finale al V sec. a.C. e, pur essendo composto in prevalenza da reperti provenienti dall’Etruria, comprende anche armi e oggetti di ornamento personale riferibili ad altre regioni dell’Italia antica e alla Sicilia. Come è noto, la stragrande maggioranza proviene da luoghi di culto, tra i quali spicca in assoluto il santuario di Zeus a Olimpia con almeno 141 reperti bronzei, pari da soli a oltre la metà dell’intera documentazione per quella classe in tutta la grecità. Alla fine dell’VIII-VII secolo a. C. risalgono alcune punte di lancia bronzee con coppia di fori sul tallone, di una foggia diffusa in Italia meridionale e in Sicilia, che sono state rinvenute nei santuari di Zeus a Olimpia, Apollo a Delfi, e in altri luoghi di culto di portata regionale. Queste punte di lancia appartenenti alle fogge utilizzate in Sicilia, in Calabria e in Campania all’epoca delle fondazioni di Siracusa, Locri Epizefiri e Cuma, potrebbero quindi provenire dai territori di queste tre apoikiai, per le quali sono noti scontri tra coloni e indigeni. Motivazioni di altra natura dovranno invece essere ricercate per le dediche di oggetti afferenti a categorie diverse dalle armi, anche questi concentrati nel santuario di Zeus a Olimpia, come i resti di un carrello tripode, datato entro l’VIII secolo a. C. e confrontato con il celeberrimo esemplare da Lucera e i frammenti di trono, attribuiti all’Etruria meridionale e datati alla prima metà del VII sec. a.C. Nella seconda metà del V secolo a. C. si nota un cambiamento nel regime degli anathemata del santuario di Zeus a Olimpia, poiché dopo il terzo quarto del V sec. a. C. i doni votivi di armi sono estremamente rari. Il filo rosso dei reperti italici nei santuari greci si spezza nel V secolo a.C., quando gli anathemata etruschi sono rappresentati unicamente da raffinati prodotti della toreutica etrusca, come infundibula e thymiateria.
Dall’Italia alla Grecia, IX-VII sec. a.C / Naso, Alessandro. - 46, 2014:(2016), pp. 275-287. (Intervento presentato al convegno Contextualing early Colonisation tenutosi a Roma nel 21-23.6.2012).
Dall’Italia alla Grecia, IX-VII sec. a.C
Naso, Alessandro
2016
Abstract
Il consistente nucleo di materiali archeologici preromani rinvenuti in Grecia, che conta almeno 260 oggetti per lo più frammentari in bronzo e circa 150 in ceramica o altri materiali, si data dall’età del Bronzo finale al V sec. a.C. e, pur essendo composto in prevalenza da reperti provenienti dall’Etruria, comprende anche armi e oggetti di ornamento personale riferibili ad altre regioni dell’Italia antica e alla Sicilia. Come è noto, la stragrande maggioranza proviene da luoghi di culto, tra i quali spicca in assoluto il santuario di Zeus a Olimpia con almeno 141 reperti bronzei, pari da soli a oltre la metà dell’intera documentazione per quella classe in tutta la grecità. Alla fine dell’VIII-VII secolo a. C. risalgono alcune punte di lancia bronzee con coppia di fori sul tallone, di una foggia diffusa in Italia meridionale e in Sicilia, che sono state rinvenute nei santuari di Zeus a Olimpia, Apollo a Delfi, e in altri luoghi di culto di portata regionale. Queste punte di lancia appartenenti alle fogge utilizzate in Sicilia, in Calabria e in Campania all’epoca delle fondazioni di Siracusa, Locri Epizefiri e Cuma, potrebbero quindi provenire dai territori di queste tre apoikiai, per le quali sono noti scontri tra coloni e indigeni. Motivazioni di altra natura dovranno invece essere ricercate per le dediche di oggetti afferenti a categorie diverse dalle armi, anche questi concentrati nel santuario di Zeus a Olimpia, come i resti di un carrello tripode, datato entro l’VIII secolo a. C. e confrontato con il celeberrimo esemplare da Lucera e i frammenti di trono, attribuiti all’Etruria meridionale e datati alla prima metà del VII sec. a.C. Nella seconda metà del V secolo a. C. si nota un cambiamento nel regime degli anathemata del santuario di Zeus a Olimpia, poiché dopo il terzo quarto del V sec. a. C. i doni votivi di armi sono estremamente rari. Il filo rosso dei reperti italici nei santuari greci si spezza nel V secolo a.C., quando gli anathemata etruschi sono rappresentati unicamente da raffinati prodotti della toreutica etrusca, come infundibula e thymiateria.File | Dimensione | Formato | |
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