Il processo di costruzione e di significazione della propria esperienza si realizza mediante lo sviluppo di confini. Essi rappresentano dispositivi semiotici dinamici che consentono simultaneamente processi di distinzione e di connessione, separazione e integrazione, individuazione e appartenenza. In una prospettiva semiotica e psicodinamica, la pelle rappresenta un primo e fondamentale processo di confine che rende possibile lo sviluppo identitario, la dimensione intersoggettiva e la condivisione entro i propri contesti di vita. La malattia si configura come una discontinuità di vita costituendo una lacerazione dei propri confini somatici, psichici, sociali. A partire da questa ferita, la persona colpita da una malattia può ritrovarsi in una condizione di liminalità. Tale nozione, originariamente antropologica, risulta di attuale interesse nel contesto psicologico in quanto la caratteristica principale è il sentimento di disorientamento, isolamento, frammentazione, esclusione dal mondo degli altri. In termini clinici, l’elaborazione dell’esperienza liminale può avvenire attraverso la costruzione di nuovi sistemi di confine che possono ridare senso ai molteplici aspetti della vita.
La ferita del confine: la condizione di liminalità del corpo e della psiche / Martino, MARIA LUISA; DE LUCA PICIONE, Raffaele; Freda, MARIA FRANCESCA. - In: LA CAMERA BLU. - ISSN 2531-6605. - 14:(2016), pp. 165-194. [10.6092/1827-9198/3916]
La ferita del confine: la condizione di liminalità del corpo e della psiche
MARTINO, MARIA LUISA;DE LUCA PICIONE, RAFFAELE;FREDA, MARIA FRANCESCA
2016
Abstract
Il processo di costruzione e di significazione della propria esperienza si realizza mediante lo sviluppo di confini. Essi rappresentano dispositivi semiotici dinamici che consentono simultaneamente processi di distinzione e di connessione, separazione e integrazione, individuazione e appartenenza. In una prospettiva semiotica e psicodinamica, la pelle rappresenta un primo e fondamentale processo di confine che rende possibile lo sviluppo identitario, la dimensione intersoggettiva e la condivisione entro i propri contesti di vita. La malattia si configura come una discontinuità di vita costituendo una lacerazione dei propri confini somatici, psichici, sociali. A partire da questa ferita, la persona colpita da una malattia può ritrovarsi in una condizione di liminalità. Tale nozione, originariamente antropologica, risulta di attuale interesse nel contesto psicologico in quanto la caratteristica principale è il sentimento di disorientamento, isolamento, frammentazione, esclusione dal mondo degli altri. In termini clinici, l’elaborazione dell’esperienza liminale può avvenire attraverso la costruzione di nuovi sistemi di confine che possono ridare senso ai molteplici aspetti della vita.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.